sabato 18 maggio 2013

Sulla strada per Mashhad

 
9 Maggio. In mattinata ritiriamo i visti cinesi senza intoppi e proviamo a chiedere nuovamente chiarimenti sul passaggio in frontiera con un veicolo privato. Nessuno è in grado di fornirci informazioni utili a riguardo. La faccenda si fa sempre più misteriosa e confusa; possibile che perfino al consolato non sappiano dirci niente?

I due tedeschi incontrati settimana scorsa ci hanno detto che è richiesto un pagamento di 8000 dollari per avere i permessi di importazione per una durata massima di tre mesi. Come se non bastasse, sembra che sia necessario ottenere una patente ed una targa locale. Oltre ai costi proibitivi, ci vorrebbero tre mesi per mettere tutto in regola. Impossibile!

Nel pomeriggio ci avviamo verso nord-est sulla strada per Mashhad. Avvicinandosi al Caspio si entra in vallate ricoperte da una fittissima giungla. Man mano che si fa sera il tempo continua a peggiorare e la pioggia diventa sempre più insistente. Troviamo riparo in riva al mare dentro un casolare abbandonato che un tempo era stato un allevamento di galline. Gran cena con una grigliata di 1,5kg di spiedini di manzo e solo mezzo chilo di pasta al sugo (solitamente ne facciamo 1kg in tre). Concludiamo la serata con un film horror di Carpenter seduti al buio tra le file di gabbie vuote.


 

Sulla strada che da Tehran porta verso Shahr.



Rifugiati nel capannone dopo la cena. Migliore ambientazione per la visione di un horror. (Il seme della follia, Carpenter, 1995)


La mattina seguente. Batterie da 1920 galline per capannone.


10 Maggio. Seconda giornata sulla strada per Mashhad. In mattinata breve sosta per una passeggiata nella foresta alla ricerca della cascata di Kabud.
È ora di pranzo. Siamo a corto di valuta iraniana e sembra impossibile trovare qualcuno disposto a cambiarci qualche Euro in Rial. Mostriamo tutto quel che ci rimane ad un ristoratore locale che, felicissimo di avere degli ospiti stranieri, ci imbandisce una tavola incredibile. Dopo il pasto ci offre un paio di distillati casalinghi che, più che al whisky, assomigliano ad alcol da pavimenti.
Indicandone la foto appesa sopra il bancone, il proprietario fa segno un paio di volte di voler tagliare la gola a Khamenei ed esprime a gesti tutto il suo disprezzo per il governo attuale. Gli altri ospiti della locanda non fanno una piega; probabilmente non la pensano molto diversamente.
 
Nel pomeriggio usciamo dalle valli della giungla. La separazione tra i due climi è nettissima: nel giro di un paio di km scompaiono alberi e nuvole e ci troviamo di nuovo al sole nelle aride distese di sassi ed arbusti.
 




Cascata di Kabud nella giungla sulla costa del Mar Caspio.




Le verdi vallate lungo la strada per Bojnurd.
Notte in tenda qualche km dopo essere usciti dalla giungla.



11 Maggio. Sveglia presto per coprire quei 350km che ci mancano per arrivare a Mashhad. Ogni anno oltre venti milioni di pellegrini arrivano in questa città santa per visitare il mausoleo dell’Imam Reza. Il complesso è immenso ed è facile perdersi tra i numerosi cortili e le sale per le preghiere. I muri esterni sono interamente ricoperti di mattonelle dipinte di ogni tonalità di azzurro e blu. Le volte degli interni sono tappezzate con frammenti di specchi che fanno brillare tutte le sale. È magnifico ma, purtroppo, la macchina fotografica non è ammessa.



Questa notte siamo ospiti da Aghil: un ragazzo ventiseienne che abita in una casetta in mezzo al verde nella periferia nord di Mashhad.

(seconda bucatura entrando in città. Una al mese è una buona media. )
 


Le vie del centro di Mashhad.




Mashhad. Uno degli ingressi dell’immenso mausoleo dell’Imam Reza.
 
 
12 Maggio. Arriviamo davanti al consolato turkmeno in orario di apertura. Peccato che oggi fosse giorno di chiusura. Rimandiamo a domani il ritiro dei visti e usciamo dalla città per andare a visitare un paesino nelle vicine valli.
Nel pomeriggio ci rilassiamo in un affollatissimo parco cittadino. Questi spazi sono spesso forniti di numerosi tavoli da ping-pong pubblici. Cogliamo l’occasione per sfidare dei ragazzi locali.
La sera torniamo a dormire dal nostro amico. Aghil lavora per una ditta che esporta le sue merendine anche all’estero e ne approfittiamo per chiedere qualche informazione in più sul funzionamento dell’embargo. I problemi principali sono legati ad importazione ed esportazione di materie prime. Per i prodotti finiti la morsa sembra essere più rilassata. In alcune città abbiano persino trovato degli Apple Store (anche se poco forniti e probabilmente non ufficialmente autorizzati).
Uno degli effetti più disastrosi dell’embargo è sul valore della moneta locale. Siamo in Iran da quasi un mese e da quando siamo entrati il valore di un euro è passato da 45000 Rial a 48000 Rial (potere di acquisto degli iraniani diminuito di più del 6,5% in un mese!!)
Arrivando con una moneta così potente a noi risulta tutto estremamente economico ma per i locali la situazione è terribile. La vita in Iran diventa sempre più costosa e andare all’estero è fuori discussione anche per la classe media benestante.




Kang. Paesino terrazzato in fondo ad una valle nei pressi di Mashhad



F
inalmente l’ultima visualizzazione della pagina di censura che si apre in automatico quando si tenta di aprire un qualsiasi sito considerato inadatto (blogger, facebook, google translate, google maps fanno tutti parte della lista nera)

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