20-21 Aprile.
Isfahan. Da quando sono entrato in Iran è forse la prima località veramente
turistica. Passeggiamo per le vie del centro storico vicino alla piazza della Moschea
dell’Imam. I venditori di tappeti parlano un inglese perfetto e sembra che
conoscano le basi di quasi ogni lingua. Uno di questi abili venditori ci dice
di avere visto altri tre italiani quella stessa mattina; poco più tardi li
incrociamo per strada, scopriamo che studiano anche loro a Milano e ci fermiamo
per due chiacchiere davanti ad una “birra” nel quartiere armeno. (Primo ed ultimo tentativo per tutti i
presenti di bere una birra analcolica: 330 ml d’acqua e zucchero frizzante.)
Passiamo le due
notti in città a casa di Javad, simpatico ragazzo locale che ci ospita nel suo
immenso seminterrato coperto di cuscini e tappeti. Tra le tante storie, ci
racconta anche d’alcune brutte esperienze con la polizia legate all’ospitalità
con il Couch Surfing. Entrare in contatto con gli stranieri non è ben visto dal
governo attuale. Accogliere viaggiatori a casa propria è quindi garanzia di
grane con la guardia rivoluzionaria (corpo militare istituito dopo la
rivoluzione del 1979). Nonostante sia stato trattenuto per degli interrogatori
e gli abbiano fatto eliminare il profilo una prima volta, lui è ancora attivo
ed ospita nuovi viaggiatori tutte le settimane.
Curiosità: Il
pollice alzato a pugno chiuso in segno di “ok” è l’equivalente del nostro dito
medio. Attenzione quindi a non ringraziare con un bel sorriso e due pollici verso
l’alto dopo aver ricevuto delle ottime indicazioni stradali!
![]() |
Isfahan. Moschea
dello Sceicco Loftollah.
|
![]() |
Isfahan. Moschea
dell’Imam.
|
![]() |
Isfahan. Tappeti
per la preghiera.
|
![]() |
Bazar delle
spezie nei vicoli dietro la piazza centrale di Isfahan.
|
22-23
Aprile. Due giorni nelle lande
desertiche ad est d’Isfahan. Notte in un’oasi vicino a Garmeh sotto un albero
di dolcissimo gelso bianco.
Mattinata in auto
attraversando aride distese di sabbia e sassi accompagnati dalle note dei Pink
Floyd. Colonna sonora perfetta per questi paesaggi.
Martedì sera
siamo nuovamente in una zona abitata dove riusciamo miracolosamente a reperire
della carne di manzo per una favolosa grigliata. Troviamo il posto adatto dopo
una buona mezzora su per le montagne su aride distese di sassi ed arbusti,
lontani da ogni traccia di strada. Dopo cena, a causa di una tempesta di vento
che rende impossibile anche solo l’apertura della tenda, ci spostiamo alla ricerca di un posto più riparato dove
trascorrere la notte. (Nota: cercando
una via per tornare verso la pianura con la sola luce dei fari per illuminare
il terreno ci insabbiamo per la prima volta in questo viaggio.)
Finiamo col
trascorrere la notte in un locale annesso ad una moschea incontrata lungo la
statale. Qui, su comodi tappeti, divisi tra maschi e femmine, trovano riparo
tutte le famiglie ed i camionisti iraniani fermatisi per la notte; e anche noi
infedeli veniamo accolti.
![]() |
Ferrovia nel
deserto andando verso Garmeh.
|
![]() |
Bimbi locali con
“giocattoli” da adulti.
|
![]() |
L’oasi nei pressi di Garmeh. |
![]() |
Terzo tentativo
di salita sulla collina…
|
![]() |
Luogo ideale dove
trascorrere la notte (prima che salisse il vento).
|
![]() |
Il coronamento di
tre giorni di ricerche. Finalmente abbiamo tutto il necessario per una meritata
grigliata.
|
24 Aprile. Di
nuovo verso il deserto. Questa volta più a sud e più ad est verso il
Baluchestan, alla ricerca delle formazioni rocciose di Kalut. Dopo innumerevoli
tentativi di attraversare in auto un tratto apparentemente più compatto di
deserto (tre dei quali conclusisi affondando nella sabbia) ci fermiamo per la
notte al riparo di un pinnacolo roccioso.
![]() |
Alba nel deserto
di Kalut.
|
![]() |
Deserto di Kalut.
Poco prima di essere fatti arrosto dal sole.
|
25 Aprile.
Sveglia alle 4.00 AM per una lunga camminata nel deserto. Nel pomeriggio ancora in auto verso sud.
Negli ultimi giorni veniamo fermati numerose volte per controlli e posti di
blocco della polizia che pattuglia la zona. Ora siamo finalmente fuori dalla
zona calda dove possono verificarsi rapimenti ed incontri poco piacevoli con i
corrieri della droga provenienti dal deserto pakistano ed afgano.
Notte tra verdi
montagne vicino ad un corso d’acqua. Piantiamo la tenda in fondo ad una
sterrata dopo esserci fermati per l’avvistamento di quella che crediamo essere
una volpe. Mentre cuciniamo davanti al fuoco iniziano a udirsi ululati
inquietanti. I coyote si fanno sentire a più riprese durante la notte facendo
venir voglia di chiudersi tutti in macchina.
![]() |
Notte tra le
verdi montagne abitate dai coyote.
|
26 Aprile. Dopo
tutta questa sabbia e questo caldo puntiamo ancora una volta a sud alla ricerca
di una qualsiasi spiaggia sul Golfo Persico. Niente da fare; apparentemente siamo
finiti nell’unico punto senza accesso al mare. Tentando di raggiungere la costa
ci andiamo ad arenare su un terreno decisamente poco adatto ad un’auto che non
sia una Jeep. Veniamo salvati da un nonno con i suoi numerosi nipotini che ci
aiutano ad uscire dall’ennesima insabbiatura con un trucco di cui faremo
tesoro. Nel giro di pochi minuti i sei nipotini creano uno “stradino” d’arbusti
che permette alle ruote di fare presa e di farci uscire dal pantano.
Notte in tenda
nell’entroterra desertico. Ci ripariamo dal vento tra le mura di fango di una
vecchia casa di campagna.
![]() |
Fraintendimento
sulla possibilità di scattare la foto. L’uomo che ci ha accordato il permesso
non aveva decisamente chiesto alle dirette interessate.
|
![]() |
Attenzione! Attraversamento dromedari. |
![]() |
Il nonno e la
squadra di nipotini arrivata in nostro soccorso.
|
Nessun commento:
Posta un commento