mercoledì 1 maggio 2013

Isfahan e i deserti

20-21 Aprile. Isfahan. Da quando sono entrato in Iran è forse la prima località veramente turistica. Passeggiamo per le vie del centro storico vicino alla piazza della Moschea dell’Imam. I venditori di tappeti parlano un inglese perfetto e sembra che conoscano le basi di quasi ogni lingua. Uno di questi abili venditori ci dice di avere visto altri tre italiani quella stessa mattina; poco più tardi li incrociamo per strada, scopriamo che studiano anche loro a Milano e ci fermiamo per due chiacchiere davanti ad una “birra” nel quartiere armeno.  (Primo ed ultimo tentativo per tutti i presenti di bere una birra analcolica: 330 ml d’acqua e zucchero frizzante.)

Passiamo le due notti in città a casa di Javad, simpatico ragazzo locale che ci ospita nel suo immenso seminterrato coperto di cuscini e tappeti. Tra le tante storie, ci racconta anche d’alcune brutte esperienze con la polizia legate all’ospitalità con il Couch Surfing. Entrare in contatto con gli stranieri non è ben visto dal governo attuale. Accogliere viaggiatori a casa propria è quindi garanzia di grane con la guardia rivoluzionaria (corpo militare istituito dopo la rivoluzione del 1979). Nonostante sia stato trattenuto per degli interrogatori e gli abbiano fatto eliminare il profilo una prima volta, lui è ancora attivo ed ospita nuovi viaggiatori tutte le settimane. 

Curiosità: Il pollice alzato a pugno chiuso in segno di “ok” è l’equivalente del nostro dito medio. Attenzione quindi a non ringraziare con un bel sorriso e due pollici verso l’alto dopo aver ricevuto delle ottime indicazioni stradali!




Isfahan. Moschea dello Sceicco Loftollah.


Isfahan. Moschea dell’Imam.


Isfahan. Tappeti per la preghiera.


Bazar delle spezie nei vicoli dietro la piazza centrale di Isfahan.



22-23 Aprile.  Due giorni nelle lande desertiche ad est d’Isfahan. Notte in un’oasi vicino a Garmeh sotto un albero di dolcissimo gelso bianco.

Mattinata in auto attraversando aride distese di sabbia e sassi accompagnati dalle note dei Pink Floyd. Colonna sonora perfetta per questi paesaggi.

Martedì sera siamo nuovamente in una zona abitata dove riusciamo miracolosamente a reperire della carne di manzo per una favolosa grigliata. Troviamo il posto adatto dopo una buona mezzora su per le montagne su aride distese di sassi ed arbusti, lontani da ogni traccia di strada. Dopo cena, a causa di una tempesta di vento che rende impossibile anche solo l’apertura della tenda, ci spostiamo  alla ricerca di un posto più riparato dove trascorrere la notte.  (Nota: cercando una via per tornare verso la pianura con la sola luce dei fari per illuminare il terreno ci insabbiamo per la prima volta in questo viaggio.)
Finiamo col trascorrere la notte in un locale annesso ad una moschea incontrata lungo la statale. Qui, su comodi tappeti, divisi tra maschi e femmine, trovano riparo tutte le famiglie ed i camionisti iraniani fermatisi per la notte; e anche noi infedeli veniamo accolti. 





Ferrovia nel deserto andando verso Garmeh.


Bimbi locali con “giocattoli” da adulti.

L’oasi nei pressi di Garmeh.


Terzo tentativo di salita sulla collina…


Luogo ideale dove trascorrere la notte (prima che salisse il vento).


Il coronamento di tre giorni di ricerche. Finalmente abbiamo tutto il necessario per una meritata grigliata.



24 Aprile. Di nuovo verso il deserto. Questa volta più a sud e più ad est verso il Baluchestan, alla ricerca delle formazioni rocciose di Kalut. Dopo innumerevoli tentativi di attraversare in auto un tratto apparentemente più compatto di deserto (tre dei quali conclusisi affondando nella sabbia) ci fermiamo per la notte al riparo di un pinnacolo roccioso.


Alba nel deserto di Kalut.


Deserto di Kalut. Poco prima di essere fatti arrosto dal sole.



25 Aprile. Sveglia alle 4.00 AM per una lunga camminata nel deserto.  Nel pomeriggio ancora in auto verso sud. Negli ultimi giorni veniamo fermati numerose volte per controlli e posti di blocco della polizia che pattuglia la zona. Ora siamo finalmente fuori dalla zona calda dove possono verificarsi rapimenti ed incontri poco piacevoli con i corrieri della droga provenienti dal deserto pakistano ed afgano.
Notte tra verdi montagne vicino ad un corso d’acqua. Piantiamo la tenda in fondo ad una sterrata dopo esserci fermati per l’avvistamento di quella che crediamo essere una volpe. Mentre cuciniamo davanti al fuoco iniziano a udirsi ululati inquietanti. I coyote si fanno sentire a più riprese durante la notte facendo venir voglia di chiudersi tutti in macchina.



Notte tra le verdi montagne abitate dai coyote.


26 Aprile. Dopo tutta questa sabbia e questo caldo puntiamo ancora una volta a sud alla ricerca di una qualsiasi spiaggia sul Golfo Persico. Niente da fare; apparentemente siamo finiti nell’unico punto senza accesso al mare. Tentando di raggiungere la costa ci andiamo ad arenare su un terreno decisamente poco adatto ad un’auto che non sia una Jeep. Veniamo salvati da un nonno con i suoi numerosi nipotini che ci aiutano ad uscire dall’ennesima insabbiatura con un trucco di cui faremo tesoro. Nel giro di pochi minuti i sei nipotini creano uno “stradino” d’arbusti che permette alle ruote di fare presa e di farci uscire dal pantano.

Notte in tenda nell’entroterra desertico. Ci ripariamo dal vento tra le mura di fango di una vecchia casa di campagna. 


Fraintendimento sulla possibilità di scattare la foto. L’uomo che ci ha accordato il permesso non aveva decisamente chiesto alle dirette interessate.

Attenzione! Attraversamento dromedari.


Il nonno e la squadra di nipotini arrivata in nostro soccorso.

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