27 Aprile. 10.00
di mattina. Siamo seduti in 40cm di
torbidissima acqua bollente. Non è proprio quello che ci aspettavamo dal primo
rinfrescante tuffo nell’oceano, ma è pur sempre acqua di mare.
In questa zona
del paese la temperatura impedisce che qualunque attività lavorativa abbia
luogo se non di prima mattina. Anche per noi, nei momenti più caldi della
giornata, tutto procede a rallentatore.
Nel pomeriggio
sbarchiamo sull’isola di Qeshm sotto una leggera pioggia. Il servizio per la
breve traversata è organizzato con un paio di chiatte arrugginite trainate da
vecchi rimorchiatori.
Trascorriamo la
notte in tenda in una stretta valle nascosta tra le basse montagne rocciose
dell’isola.
La traversata per l'isola di Qeshm. |
28 Aprile. In
mattinata facciamo ancora un tentativo per trovare una connessione ad internet
in uno dei piccoli villaggi costieri. Dopo un’ora di peregrinazioni di paese in
paese ed abitazione in abitazione veniamo portati da un artigiano locale che da
giovane aveva imparato un po’ di inglese lavorando su una nave norvegese per i
rilevamenti petroliferi nel Golfo Persico.
Ci mettiamo a
chiacchierare con Assad e ci facciamo consigliare qualche posto per andare a
fare un bel tuffo in mare.
Nel pomeriggio
Assad viene a cercarci sul tratto di costa selvaggia a sud dell’isola e ci
trova intenti a raccogliere lumache di mare e catturare granchi per preparare
una buona pasta allo scoglio.
Ci invita a
passare la notte a casa sua e ci propone di andare con lui a visitare una
grotta di sale e le altre meraviglie dell’isola. Accettiamo l’invito di buon
grado e ci lasciamo guidare dal nostro cicerone per il resto del pomeriggio.
La sera ci porta
a “raccogliere” il pesce per la cena con un suo amico pescatore. 20.30, buio
pesto, bassa marea. Camminiamo verso il mare aperto lungo una rete fissata a
dei pali alti quattro metri.
Assad ci spiega
come funziona questa trappola: quando l’acqua si ritira i pesci seguono la rete
senza poterla attraversare e si ritrovano incanalati verso una gigantesca
gabbia dalla quale non riescono più ad uscire. Due volte al giorno, durante la
bassa marea, ci si reca alla gabbia di rete e si raccolgono i pesci spiaggiati.
La grotta di sale sulla costa sud dell'isola. |
Interno della grotta di sale con il nostro cicerone ed il suo amico. |
Canyon di Char Khuh |
Purtroppo per lui questo bellissimo (e buonissimo) esemplare di granchio gigante ha finito la sua serata vivo dentro un fuoco. |
29 Aprile. 8.30
AM. A distanza di dodici ore siamo di nuovo nella gabbia per vederla con la
luce del sole. Poco più tardi ci avviamo verso la costa sud-est dell’isola di
Qeshm alla ricerca di un tratto di mare dove fare un bagno con la maschera. Ci
fermiamo su una spiaggia di fronte ad un’isoletta vicina; di solito nei canali
di passaggio il mare è vivo e pieno di pesci. Il fondale è basso, la corrente è
fortissima e ci sono almeno una decina di tartarughe che continuano a girare
davanti alla riva. Nel tentativo di inseguire una tartaruga per attaccarmi e
farmi tirare finisco fin troppo vicino ad uno squalo di due metri. Fine del
gioco; lasciamo stare le povere tartarughe e ci accontentiamo di vederle
rimanendo ad una decina di metri da riva con la finta sicurezza di un bastone
che avevo affilato qualche sera prima per andare a caccia di polipi.
Nel pomeriggio
riusciamo ad organizzare un’immersione per l’indomani. Fra e Ghimba non hanno
il brevetto e sono alla loro prima esperienza con le bombole ma il ragazzo del
centro immersioni ci fa capire a gesti che non ci sono problemi.
La gabbia terminale della trappola durante la bassa marea mattutina. |
Interno della gabbia. I pesci più piccoli rimangono incastrati nella rete mentre quelli più grandi si spiaggiano sul fondo quando la marea si ritira. |
30 Aprile.
Sveglia all’alba. Smontiamo rapidamente la tenda ed alle 7.00 siamo sul luogo
dell’appuntamento. Dopo una lunga attesa, numerosi fraintendimenti e
discussioni in ogni lingua, abbandoniamo il centro e andiamo a fare snorkeling
da soli noleggiando l’attrezzatura nel centro accanto.
Nel pomeriggio
torniamo sulla terraferma e ci avviamo in direzione di Shiraz.
Ci fermiamo per
la notte in un paesino vicino a Lar e ci abbuffiamo in un baretto che farcisce
dei panini incredibili. Il proprietario ci invita a casa sua a fare una doccia
e poi al matrimonio di sua cugina e suo zio. Qui sembra che i matrimoni tra
membri della stessa famiglia siano una pratica comune.
Questa è la prima
sera di una festa di tre giorni. Secondo la tradizione, gli uomini iniziano la
serata con un combattimento con i bastoni a ritmo di musica e proseguono poi
con una danza sventolando dei foulard colorati. Le donne festeggiano in
un locale separato fino al momento della danza in cui sono comparse numerose
affacciandosi a porte e finestre.
Dopo infinite
strette di mano con tutti i cugini e i parenti, siamo stati coinvolti nella
cerimonia e ci siamo ritrovati a combattere e poi ballare insieme al resto
degli invitati fino a notte fonda.
Le danze serali. Gli uomini ballano in cerchio sventolando foulard colorati. |
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