Pranzo a base di
frittelle nel bazar di Osh.
Nel pomeriggio imbocchiamo la Pamir High Way verso sud e ci dirigiamo verso il confine cinese.
Veniamo fermati
da quattro finti poliziotti in borghese che cercano prima di ottenere i nostri
passaporti, poi di entrare in auto e infine di prendere le chiavi. Qualche
minuto veramente poco piacevole ma alla fine riusciamo a filarcela senza
inconvenienti.Nel pomeriggio imbocchiamo la Pamir High Way verso sud e ci dirigiamo verso il confine cinese.
Trascorriamo la notte riparandoci dalla pioggia in un rudere abbandonato dove ci affumichiamo per bene tentando di fare un fuoco al chiuso con legna verde e bagnata. Abbiamo finito il gas da 2 settimane e da allora abbiamo sempre cucinato raccogliendo la legna e accendendoci un fuoco.
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Bazar di Osh. Una delle tante bancarelle che ha attirato la nostra attenzione. |
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Bazar di Osh. Uno dei classici snack per i locali: palline di yogurt concentrato. |
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Sulla strada per la Cina. Il primo passo a 2400metri. |
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Notte nella casetta tra le montagne. |
25 Maggio. Trascorriamo la mattinata, aspettando che spiova al riparo nella nostra casetta, giocando a briscola e mangiando frittelle. Alle due riprendiamo la strada per il passo che sale oltre i 3600m di quota. La pioggia si trasforma in nevischio e poi in bufera. Continua a nevicare e la strada è completamente bianca e quasi deserta ma fortunatamente riusciamo a passare il valico senza problemi. Se non riusciremo ad entrare in Cina probabilmente sarà necessario aspettare parecchi giorni prima che il passo sia di nuovo percorribile per tornare in città a vendere l'auto.
Il paese dove
speravamo di trovare una connessione ad internet è composto da meno di venti
case, la maggior parte delle quali non si possono definire tali.
Decidiamo di
proseguire fino al confine sperando di perdere quota e uscire dalla bufera. La dogana è
chiusa per il week-end. Ci aspettano due gelide notti in tenda a 3000m prima di
poter tentare l’attraversamento. Se non altro a questa quota ha smesso di
nevicare.
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Inizia a nevicare seriamente. Crescono le preoccupazioni. |
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Quasi in cima al passo, 3600m e tanta neve. |
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Verso il passo. 84km, pendenza media 8%. |
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Usciti dalla bufera, si torna verso valle. |
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Pochi km dal confine cinese. |
26 Maggio.
Giornata di ozio nei pressi del confine. Ne approfittiamo per fare qualche
semplice ma necessaria riparazione.
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Riparazioni in dogana. Rampa artigianale per sollevare bene l'auto. |
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Il villaggio della dogana. |
27 Maggio. La
mattina presto mi avvio da solo verso la dogana cinese. Abbiamo deciso di
tentare l’ingresso in Cina separatamente in modo da avere qualche chance in più
di riuscire a passare con l’auto. In questo modo speriamo che i doganieri possano avanzare meno pretese potendo contare su un solo portafogli di un giovane studente Dopo un paio d’ore di discussioni riesco ad
ottenere il permesso per staccare le targhe e proseguire al controllo
successivo con la speranza di riuscire a passare con una generosa ma limitata mancia.
Parlando con uno
dei doganieri vengo però a sapere che i 500 euro di “budget corruzione” che avevamo
preventivato non sarebbero quasi sicuramente bastati e che per tentare la sorte
al secondo posto di controllo avrei dovuto percorrere quattro ore di sterrato
tra le montagne. Inoltre, in caso di esito negativo, mi sarei ritrovato senza
il visto per rientrare in Cina una volta venduta l’auto.
Non sapremo mai
come sarebbe andata a finire ma forse per questa volta è meglio aver desistito.
Così non rischieremo di essere ospitati in una prigione cinese per aver tentato di importare un'auto illegalmente.
Così non rischieremo di essere ospitati in una prigione cinese per aver tentato di importare un'auto illegalmente.
Nel pomeriggio riattraversiamo il passo che porta ad Osh che fortunatamente è ancora aperto. Appena arrivati in città ci lanciamo in una serie di trattative per la vendita dell’auto. Finiamo a dormire a casa del proprietario di una compagnia di autobus kirghisa che sembra interessato all’acquisto della Passat.
Incredibile a
dirsi ma una Passat del ’97 in Kirghizistan vale oltre i 4000 dollari.
(Purtroppo per la
reimmatricolazione di un veicolo con più di 13 anni sono necessari 3200
dollari. Visto che l’auto va cancellata dal registro italiano e reimmatricolata
in quello locale il prezzo di vendita crolla vertiginosamente.)
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Si torna ad Osh, si va a vendere la Passat! |
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Sulla strada per Osh. |
28 Maggio. Finiamo col vendere la Passat al proprietario di un autolavaggio che è disposto ad offrire 1000 dollari per il mezzo (gli viene così a costare 4200 dollari).
La giornata passa
lentamente tra traduttori, notai e uffici vari. L’ufficio della motorizzazione
è un piccolo prefabbricato appoggiato a bordo strada vicino al bazar delle
auto. Il responsabile mi accoglie con un saluto seguito da “sorry tired,
yesterday many many long beer, twenty!”. Vi lascio immaginare come è finita la
compilazione delle pratiche in russo.
Abbandoniamo la
Passat: 82 giorni, 12 stati, 10 forature, 850 litri di carburante e 19000km
dall’inizio del viaggio. Da domani si prosegue a piedi!
In serata
Abdivali, il nuovo proprietario, ci fa riaccompagnare fino al confine da un suo
amico. È la terza volta che percorriamo i 270 km che separano Osh dalla dogana
cinese e questa volta speriamo sia l’ultima.
Dormiamo per la
prima volta a pagamento affittando un container ai poliziotti della dogana.
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Il passaggio di proprietà. La targa torna a casa con noi per cancellare l'auto dal PRA. |
29 Maggio. Sveglia alle 8.00 per l’apertura della dogana. Alle 16.00 siamo finalmente all’ultimo posto di controllo cinese dove partecipiamo ad una messa in scena incredibile.
Ci fanno
aspettare due ore pronti a sfilare davanti al bancone del controllo passaporti
per l’uscita dalla Cina. La recita deve essere perfetta perché al momento
dell’azione saremo in video conferenza con una riunione dove è presente il capo
della dogana (che non è al corrente di tutto ciò). L’obbiettivo di questa
incredibile quanto illegale montatura è far sì che la frontiera rimanga aperta
anche di pomeriggio nonostante lo scarso traffico di merci e passeggeri.
E pensare che un
paio di giorni fa avevamo deciso che con i cinesi non fosse il caso di scherzare
tentando di entrare con la macchina senza aver pagato quegli 8000 dollari per i
documenti ufficiali…
Trascorriamo la
notte a Kashgar in un ostello nella città vecchia. Finalmente abbiamo a
disposizione una connessione Wi-fi. Purtroppo internet è nuovamente filtrato. Per fortuna ho ancora tutti i programmi usati per le connessioni in Iran che permettono di aprire blogger e e-mail. (Per Facebook non hanno alcun effetto, ci dovremo procurare il proxy adatto...)
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Fraintendimento con il nostro tassista. Quello sullo sfondo non è decisamente l'ostello che stavamo cercando... |