30-31 Maggio.
Visita a Kashgar. Siamo nello Xinjiang, nord-ovest della Cina. Questa regione
ha un forte legame con l’Asia Centrale e gli abitanti hanno spesso lineamenti
più uzbeki o kirghisi che cinesi. Il cibo è estremamente più vario (e speziato)
di quello incontrato negli altri paesi attraversati fino ad oggi; anche se
apparentemente è nulla in confronto a quello che si incontrerà nel sud-est
asiatico.
Sui mezzi di
trasporto sono assolutamente all’avanguardia. Il 90% dei mezzi in circolazione
in città è vecchio e scassato ma completamente elettrico. Silenziosissimi e ad
emissioni zero!
Altro fatto
abbastanza stupefacente è la forte presenza di donne nei numerosi cantieri
edili sparsi ovunque sul territorio. Lavorano esattamente come gli uomini, su e
giù dalle impalcature, tra assi calce, mattoni e ferri del mestiere.
Tra le altre
novità c’è quella del fuso. In questa regione vi è un orario comunemente usato
dalla popolazione uigura e uno imposto da Beijing (Pechino) per tutte le
attività ufficiali. Ad esempio: se fissi un appuntamento sarà con orario
locale, se invece devi prendere un bus o un treno sarà orario di Beijing.
Decidiamo di basarci su quello ufficiale in modo da non perdere i mezzi che
dovremo usare da una città all’altra. In questo modo il sole sorge verso le
7.00 e tramonta poco prima delle 23.00!
Dopo due giorni
in città, venerdì prendiamo l’autobus notturno verso Kuqa. Invece dei soliti sedili reclinabili ci sono tre
file di cortissimi letti a castello.
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Vendita di merendine attraverso la cancellata della scuola. |
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Partita a biliardo in mezzo alla piazza. |
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Pranzo alle bancarelle del bazar. |
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Ora di cena: chi vuole una testa di pecora? |
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Abbiamo assaggiato tutti questi spiedini ma la composizione dei più rimane ancora non identificata... |
1 Giugno.
Arriviamo a Kuqa in mattinata dopo una lunga e “movimentata” notte. La città è
piccola e senza particolari attrattive. Non c’è molto da vedere, cerchiamo un
parco dove rilassarci e aspettare il pomeriggio per prendere il treno per
Urumqi.
Le cuccette
economiche sono finite, optiamo per il posto a sedere. La situazione non è
paragonabile a quella dei treni indiani ma, in ogni caso, non è proprio
confortevole. Sopra i sedili, sotto i sedili, in mezzo allo stretto corridoio:
nel giro di qualche ora c’è gente sdraiata ovunque ci sia uno spazio
orizzontale disponibile.
In questa comoda
sistemazione Fra riempie ripetutamente il thermos di vomito. Nel pomeriggio gli
erano comparse delle macchie rosse su tutto il corpo e ora iniziamo a
preoccuparci che possa essere qualche cosa di serio.
Mentre Fra dorme
già sotto un sedile, io e Ghimba intavoliamo (con il supporto di un dizionario
italiano-mandarino) una lunga e lentissima conversazione con un cuoco cinese
ventitreenne.
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Notte in autobus. Due delle tre file di cuccette a due piani. |
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Mattina in treno: molti sono scesi ma qualcuno dorme ancora.
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2-3 Giugno.
Urumqi, Fra si è fortunatamente ripreso ma ora è il turno di Ghimba. Niente
bolle ma solo una forte febbre che lo fa dormire per una trentina di ore
filate. Rimandiamo di un giorno la partenza per l’est.
Dall’inizio del
viaggio è la prima città moderna dotata di una discreta skyline. Fingendo di
essere clienti di un hotel di lusso (facile per dei ragazzi europei), con una
semplice firma sull’elenco degli ospiti riusciamo a salire all’ultimo piano del
grattacielo più alto. Dietro una porta dimenticata aperta troviamo una scala a
pioli che ci porta sul tetto ancora in costruzione. La vista è magnifica.
Passiamo il
pomeriggio passeggiando nella rilassatissima atmosfera dei parchi cittadini
dove moltissimi anziani si radunano a cantare, ballare, suonare, giocare a
ping-pong e a partecipare ad altre mille attività di gruppo.
Due notti in un
ostello in centro città dove incontriamo un sacco di viaggiatori con le mete e
i piani di viaggio più incredibili.
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Cartello dettagliato in Mandarino e Uiguro. Di scarsa utilità per il nostro vagabondaggio in città... |
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Gioco di riflessi sporgendosi dal tetto del grattacielo più alto. |
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Urumqi dall'alto. |
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Cortile della scuola elementare dietro l'ostello. |
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Il parco nel centro di Urumqi. |
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Ancora nel parco. |
4 Giugno. Ghimba
è di nuovo in forma. In tarda mattinata saltiamo sull’autobus per Turpan che ci
porta in quella che sembra essere la seconda depressione più profonda del
mondo: -154m.
Noleggiamo tre
biciclette, tiriamo su solo la tenda e due cose da mangiare e all’imbrunire ci
avviamo verso i Monti Fiammeggianti: una zona di deserto che sembra essere
particolarmente suggestiva.
Trascorriamo la
notte in una piccola oasi verde in mezzo al deserto.
5 Giugno. Alle
5.30 AM siamo già in piedi per il sole. Fa già caldo e abbiamo ancora una
ventina di km per arrivare al sito. Per fortuna due gentilissimi locali ci offrono
un passaggio su un camioncino e ci regalano un paio di angurie per
rinfrescarci.
Il ritorno sotto
il sole è provante e in città ci fermiamo all’hotel che ci ha noleggiato le
bici per godere dell’ombra e aria tiepida della hall. Le temperature sfiorano i
40 gradi nelle ore calde della giornata.
Nel pomeriggio
giriamo per la città facendo gare in bicicletta attaccandoci a camioncini,
tuc-tuc, motorini e ad ogni altra sorta di trabiccolo di passaggio.
Doccia con la
canna nel giardino dell’hotel (tre stelle) e poi via di corsa per non perdere
il bus a cuccette verso Dunhuang.
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Monti Fiammeggianti nella caldissima depressione di Turpan. Quasi 30 km di bici dalla cittadina. |
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