venerdì 22 marzo 2013

Ankara, vita da studente.



17 Marzo. Notte al gelo e risveglio sul lungomare sotto una leggerissima nevicata. La giornata è volata sulla strada statale che collega Gemlik alla capitale attraversando un immenso altopiano avvolto tra le nubi. A meno di un centinaio di km da Ankara, le colline erbose lasciano spazio a delle formazioni rocciose tendenti all’azzurro che ricoprono intere vallate. Pranzo a base di frutta in cima ad una collina raggiunta attraversando in auto aridi campi sterrati e distese d’arbusti senza strade.
Alle quattro del pomeriggio, con due ore d’anticipo, sono già davanti al portone della casa di Yavar, CouchSurfer che si è gentilmente offerto di ospitarmi per qualche giorno. Oramai ho perso le speranze. Sarà che sono italiano, ma rispettare gli orari mi riesce impossibile!
Alle 23.00 in punto, come da appuntamento, suona il campanello una precisissima coppia di giovani tedeschi. Arrivano in autobus direttamente dalla Cappadocia e hanno pianificato di passare qui la notte per dirigersi poi verso Istanbul la sera seguente.
Sembra una delle barzellette con l’italiano, il tedesco e l’americano…   ma, alcuni luoghi comuni riescono a riconfermarsi anche nelle occasioni più inaspettate. Loro, puntuali e super organizzati, preoccupati perché non hanno ancora pianificato il tour dei monumenti per la mattina successiva. Io sempre fuori orario e senza ancora un visto in mano.

(Per fortuna Yavar ha dei contatti a Teheran che potrebbero aiutarmi ad ottenere i documenti necessari per il Turkmenistan. Sembra che non sia facile e, a quanto pare, bisognerà essere disposti ad elargire generose “mance” perché i permessi vengano rilasciati con esito positivo… )


Sulla strada per Ankara.



Cercando la via per la cima sulle colline dell'altopiano anatolico vicino ad Ankara.



18-20 Marzo.  Lunedì grandi celebrazioni per l’anniversario della vittoria di Ataturk nella battaglia di Gallipoli.  L’immagine del fondatore della repubblica turca è, ora solo poco più del solito, onnipresente in ogni piazza e su ogni edificio della città.
Tre giorni ad Ankara e della città non ho visto quasi niente. Ho deciso di fermarmi per preparare il Gmat e ho passato queste ultime giornate a studiare nella biblioteca dell’Ankara Tip: una delle migliori università di medicina della Turchia. Sembra pura follia ma, dopo averci ragionato a lungo, ho deciso di fare questo piccolo sacrificio di stabilirmi per una settimana nella capitale turca a fare la vita da studente fuori sede per preparare e sostenere questo piccolo esame.
Ogni mattina venti minuti di affollatissimo autobus e poi il silenzio della biblioteca per il resto della giornata. Pranzo nella mensa dell’università (o dell’ospedale), dove ora sono conosciuto dallo staff come lo studente Erasmus che non parla turco e che non ha ancora ottenuto il suo cartellino per i pasti. Dopo ogni abbuffata l’immancabile tazza di çay (tè).
Penso di aver bevuto più tè in questi giorni che in tutta la mia vita. Ogni volta provo a rifiutare gentilmente, ma finisco sempre inspiegabilmente con l’averne un bicchiere pieno davanti!
Oltre a colazione, pasti e merende varie, tutte le scuse sono buone per sorseggiarne una tazza.
Ogni volta che si fa una pausa dallo studio, tè. Ogni volta che s’incontra qualcuno di nuovo, tè. Ogni volta che si torna a casa, tè. Ogni volta che si esce di casa, tè…
Mi piace molto ma, entro la fine di questa settimana, il mio corpo non sarà più costituito al 70% da acqua ma da tè turco!



Ataturk incorniciato dalle bandiere turche sulla facciata della facoltà di medicina.





21 Marzo. Primo giorno di primavera ma del sole, da quando ho lasciato Istanbul, ancora nessuna traccia. Oggi, secondo il calendario islamico correntemente usato da molti stati del Medio Oriente, è anche il primo giorno dell’anno 1392. Altro che il meridiano di Greenwich e le due ore di fuso, qui bisogna portare indietro il calendario di 622 anni. Non sono ancora riuscito ad abituarmi all’idea che sulla Carta d’Identità iraniana del mio “coinquilino” (ora mi sento studente Erasmus a tutti gli effetti) ci sia 1369 come data di nascita!

In un’altra università, a pochi metri da dove sto studiando, ci sono state tensioni tra polizia ed attivisti curdi. Gli scontri si sono conclusi oggi con la chiusura momentanea di un paio d’edifici per evitare che la situazione possa degenerare. Sono tutti molto sorpresi dalle parole del leader del PKK (movimento per l'indipendenza curda) che, con una dichiarazione rilasciata dalla prigione, ha chiesto ai militanti dei suoi gruppi armati di ritirarsi dal territorio turco.
Molti dei ragazzi con cui ho parlato faticano a credere che succederà davvero e si aspettano che possa accadere di tutto nei prossimi tempi. Se rispetto i miei piani, tra una decina di giorni dovrei trovarmi proprio nella zona dove, fino a ieri, i militanti curdi si sono battuti per la propria indipendenza.  In un momento come questo, anche se bisognerà prestare particolare attenzione, sarà molto interessante vivere la situazione dall’interno ed avere contatti con i locali che abitano quella regione.




22 Marzo. Questa mattina ho indossato il camice e ho seguito un laboratorio di un corso del terzo anno di medicina. Dopo un paio d’ore passate al microscopio ad osservare quelli che, mi sembra di aver capito, fossero dei vetrini contenenti milza, mi sono ritrovato in fila per firmare su un elenco turco per la presenza di un ragazzo che non era potuto venire.
Finita la lezione abbiamo attraversato una serie di corridoi dell’ospedale facendoci strada in un mare di calzature accatastate sul pavimento. L’unica corsia, non coperta dai tappeti disposti appositamente per la preghiera del venerdì, era ricoperta di scarpe di ogni genere e dimensione che impedivano il passaggio. Pazienti e dottori, vecchi e giovani, uomini e… uomini, erano improvvisamente tutti inginocchiati per terra ad ascoltare la voce dell’imam della vicina moschea che usciva possente da dei vecchi altoparlanti disposti, ogni pochi metri, lungo tutti i corridoi del reparto.


Ankara Tip Universitesi. Lezione in laboratorio con Yavar.




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