venerdì 28 giugno 2013

Aggiornamento Sponsor



In questi ultimi giorni la mia macchina fotografica ha iniziato ad avere dei problemi. La Canon si è gentilmente offerta di partecipare a questo progetto come sponsor tecnico inviandomi due nuove macchine fotografiche per continuare a documentare questa avventura.

Colgo l’occasione per ringraziare nuovamente anche l’Autofficina Maggiali e la Libreria Scientifica che mi hanno entrambi supportato nella realizzazione di questo sogno.



 

Guangxi, ultimi giorni in Cina.


21 Giugno. Mi sveglio sotto una pioggia ancora insistente. Non ha smesso un secondo di diluviare e non posso di certo mettermi in viaggio in queste condizioni. Mentre cerco disperatamente il mio I-Pod, che penso di aver perso la sera prima, conosco un ragazzo che mi invita a casa sua per una piccantissima colazione a base di gamberetti fluviali, fagiolini, uova strapazzate e riso.

In tarda mattinata mi toccano 50 faticosissimi km di “sterrato” su una statale che, secondo le mie carte, sarebbe dovuta essere una delle arterie principali che attraversano il paese. Dopo la costruzione della vicina autostrada è stata decisamente abbandonata e lasciata solo per il traffico locale.
Arrivo stravolto e infangato a Huaihua dove il cuoco di una locanda mi offre un fantastico pranzo. Più procedo verso sud, più la popolazione diventa ospitale ed accogliente. Questo è proprio un popolo totalmente diverso da quello che abita lo Xinjiang nel nord della Cina.

Mentre cerco un Wi-Fi per caricare il precedente post sento una voce alle mie spalle che dice: “Hey buddy, do you need help?” 
È Tony: un giovane ragazzo locale che studia in una scuola preparatoria per insegnanti di inglese! Rimando i miei piani di pedalata per il pomeriggio e accetto di buon grado l’invito per la notte nel suo dormitorio. Passiamo la serata insieme a dei suoi amici saltando da un baracchino all’altro per farmi assaggiare tutte le squisite specialità locali.

(71 km in sella.)
 
Al lavoro nelle risaie.


Ospite d’onore a una lezione di inglese per i bambini dei corsi estivi.
22 Giugno. Nel tardo pomeriggio mi rimetto in marcia. Chiedendo indicazioni mi viene mostrata una stradina di accesso ad un’autostrada la cui costruzione è quasi terminata. Nessuno in giro, nessuna segnaletica, nessun guardrail, nessuna luce in galleria (quest'ultima in bici è terribile, si perde completamente il senso dello spazio, un po’ come correre bendati!).

Quarta notte sotto le stelle. In molti mi hanno chiesto come sia possibile dormire sempre per strada senza tenda. È molto semplice: in questa zona piove spesso e di conseguenza è pieno di tettoie e posti dove ripararsi. Il problema principale sono le zanzare ma, con un po’ di repellente tropicale, tutti gli insetti mi lasciano dormire tranquillo in costume sul mio materassino.

(84 km in sella)


Questa volta non c’è niente da fare. Tra sorrisi e scuse caricano la bici sulla volante e mi portano al primo casello di uscita.

23 Giugno. Per le 8 di sera sono riuscito ad arrivare dove pianificato. Quasi 100km in bici e almeno altri 200 km in autostop. Grazie ad un foglio di presentazione, scrittomi da Tony, è stato facilissimo farsi tirar su dai mezzi di passaggio. Prima corsa su un trabiccolo per trasporto merci che non andava molto più forte di una bicicletta; poi due pick up, due camion e ancora un ultimo pick up.

Il secondo camionista era molto stanco e, scherzando, gli ho proposto di dargli il cambio. Senza neanche ribattere ha fermato il camion e mi ha ceduto il volante. Dopo avermi incitato a fare qualche sorpasso veramente azzardato per verificare che me la cavassi bene, si è infilato in branda ed è entrato tranquillamente nel mondo dei sogni lasciandomi solo alla guida su una strada di montagna. Arrivati alla svolta dove i miei ideogrammi e i suoi comparivano su cartelli diversi, ho semplicemente accostato, evitando di parcheggiare la bestia, e ho richiamato il mio amico alla realtà. Esperienza incredibile…

Quinta notte sotto le stelle. Di nuovo tempesta ma questa volta sotto una buona tettoia.
(95 km in sella)




Alla guida del camion poco prima che il camionista si metta a russare.

 24 Giugno. Poco da dire, lascerò parlare le foto. Queste risaie terrazzate sono veramente qualche cosa di incredibile.


Nel pomeriggio trovo un passaggio su un gigantesco tir che mi porta fino Yangshuo: esattamente dove ero diretto. Salgo sul camion con la gola secchissima (ho finito le scorte d’acqua da un paio d’ore) e il camionista mi offre un misterioso snack che infilo subito in bocca. Un nanosecondo e la gola è irrimediabilmente in fiamme… me lo aveva detto la mamma di non accettare mai caramelle o dolcetti dagli sconosciuti!

Sesta notte sotto le stelle. 

(96 km in sella. Ultimo passo di montagna. Nelle calde e umide pianure che mi aspettano mi mancherà di certo il vento fresco dei 68km/h in discesa! )


Ora che ci penso bene la mamma diceva anche di non accettare passaggi dagli sconosciuti…


Vista delle risaie dopo il diradarsi delle nebbie mattutine.

Risaie dalla cima della collina.

Contadino alle prese con la concimazione.

Calano le nubi e cambiano i colori: il paesaggio rimane magnifico.

Le case dei contadini fuori dal villaggio.
Arrivo in serata a Yangshuo. Due passi in riva al fiume prima di cercare un riparo per la notte.

25 Giugno. Mattinata in giro per le campagne di Yangshuo. Picchi carsici ricoperti di alberi svettano ovunque in questa verdissima e umida pianura del Guangxi.
Nel pomeriggio tento di arrivare in autostop fino a Nanning. Trovare un passaggio sotto la pioggia è impossibile. Riesco a percorrere un centinaio di km ma alla fine, con il calare della notte, accetto il fallimento e cerco una stazione dove prendere un notturno per il capoluogo.
Domani devo assolutamente fare domanda per il visto vietnamita.

Notte in treno. Accoccolato per terra tra bagagli e bici.
(101 km in sella)

Pedalata mattutina nelle campagne di Yangshuo.
I picchi carsici riflessi nel fiume.

È solo questione di minuti prima che scoppi un altro acquazzone.


Dopo la pioggia torna sempre il sole.
Ancora uno scatto per questi paesaggi indimenticabili.

26 Giugno. Alle 6.00 di mattina sono in città. Mi ritrovo a seguire un gentilissimo incapace che mi fa vagare per due ore dicendo di sapere dove si trova l’ambasciata. Alla fine scappo e, chiedendo ai passanti, la trovo in pochi minuti. Il visto sarà pronto per il 28 mattina e il 29 devo essere fuori dal paese per due validissime ragioni:
1) Il 29 arriva a Ha noi la Ste per proseguire insieme questa avventura.
2) Il mio visto per la Cina scade proprio il 29.

Finalmente il Couch Surfing funziona di nuovo. Questa sera sono ospite da Nancy, americana che insegna inglese nella Guangxi University. Vive all’interno del campus universitario a due minuti dal Dog’s Hole: un fantastico “mercatino al coperto” che funziona da mensa universitaria. Mille bancarelle con ogni sorta di cibo a prezzi imbattibili.

(39km in sella alla ricerca dell’ambasciata nei quartieri residenziali di Nanning)

Il Dog’s Hole poco prima che venga preso d’assalto da orde di studenti affamati.
27 Giugno. Giornata di relax! Una doccia, la lavatrice, l’aria condizionata, il frigorifero, l'elettricità, internet. Non sembra vero!
Cena tra le bancarelle del mercato notturno in compagnia di tre ragazze couchsurfers cinesi. Lo avrei provato volentieri ma, purtroppo, anche questa volta niente cane arrosto. Sembra che, in generale, sia più facile trovarlo servito come prelibatezza nei ristoranti di classe piuttosto che nei baracchini di strada.

Bancarella del mercato notturno. Scommetto che in pochi sapreste riconoscere più di due frutti!

venerdì 21 giugno 2013

Ancora in Cina: si prosegue verso sud.



14 Giugno. In mattinata arriviamo ad Ankang: piccola città sul fiume che, secondo le nostre informazioni (errate), dovrebbe determinare la fine delle montagne e l’inizio della pianura.
Dopo un buon pranzo a base di xiaolongbao (ravioli al vapore) andiamo alla ricerca di una connessione Wi-fi. I classici tentativi negli hotel non danno i risultati sperati. Alla fine troviamo per caso un centro informazioni turistiche. Siamo nel bel mezzo della Cina rurale ed il fatto è alquanto sorprendente. Al centro ci fanno le feste una decina di giovanissimi ragazzi che parlano qualche parola di inglese. L'intera squadra è alla prima esperienza lavorativa e sembra che questo ufficio sia appena stato aperto per provare a lanciare il turismo locale nella regione. Per ora sembra che di turisti non ne siano passati tanti. Sono tutti esaltatissimi e continuano a scattare foto mentre ci ricoprono di doni (libri fotografici, depliant, cd musicali…).
Notte in tenda tra i boschi.

(76 km in sella)


Lago cristallino lungo la strada.



Vallate dello Shaanxi.

15 Giugno. Oramai abbiamo capito che dalle montagne non si esce; adesso sono più basse ma la strada è ancora tutta un tornante. Salita, discesa, salita, discesa, salita, discesa….
Una giornata intera tra scenari magnifici con una breve sosta su un torrente per un bel bagno rinfrescante. Le temperature iniziano ad essere veramente troppo alte per pedalare tutto il giorno sotto il sole. 
La sera ci fermiamo davanti ad un centro abitato di tre case all’inizio di una salita che pare infinita. I contadini, tutti incuriositi dal nostro arrivo, acconsentono di buon grado a farci piantare la tenda nel loro “cortile”.

(97 km in sella)


16 Giugno. A pranzo ci fermiamo in uno dei tanti villaggi lungo la strada. Mentre tentiamo di capire quali sono gli ingredienti del piatto che stiamo mangiando arriva la figlia della cuoca e, molto timidamente, inizia a farci qualche domanda in inglese. Nel giro di un’ora arrivano tutti i bambini del villaggio che, uno ad uno, sfoggiano le frasi che ha insegnato loro la maestra e poi chiedono di fare una foto insieme. 

In tutti i villaggi attraversati mi ha stupito molto il fatto di non aver mai incontrato segni di povertà. La vita è sicuramente molto semplice ma tutti hanno da mangiare, lavorare e una casa dove dormire. Le persone sembrano in salute e nessuno mendica per strada. Le famiglie sono numerosissime e ci sono moltissimi bambini di tutte le età che corrono avanti e indietro in ogni luogo. Sembrano veramente tutti felici e spensierati.

(90 km in sella. 100 giorni dall’inizio del viaggio, il tempo sta volando…)


Noodles freschi stesi ad essiccare.

Ancora passi di montagna.


Sudato da far schifo, sotto il sole, nel bel mezzo di una salita infinita. Un’auto accosta ed il ragazzo al volante inizia ad urlare: "Photo! Photo! Please, Photo! For my baby! Photo!" 
Apparentemente porta fortuna al piccolo…

17 Giugno. Altra giornata in bici. Più andiamo verso sud e più salgono le temperature. Domani Fra parte e questa sarà l’ultima notte in tenda; poi mi dovrò arrangiare diversamente.

(127 km in sella)



Valli del Sichuan.


18 Giugno. In mattinata arriviamo a Daxian. Perdiamo due ore tentando di recuperare del Doxycyline: farmaco antimalarico che dovrò iniziare ad assumere a breve. Mi offrono di tutto: medicine per lo stomaco, per colpi di calore, per attacchi cardiaci ma alla fine capiscono di cosa ho bisogno. Un gentilissimo farmacista ci guida in motorino fino al grossista che rifornisce tutte le farmacie della città e, una volta trovato il medicinale giusto, insiste per acquistarlo a sue spese.


Nel pomeriggio Fra prende un treno per Chengdù, da dove volerà su Milano per tornare a completare gli esami della triennale.
In serata mi presento ad un casello autostradale dove riesco fare l’autostop per Chongqing su un camion di passaggio. Mi aspettavo già di trovarmi schiacciato tra due chiassosi, enormi e sudatissimi camionisti cinesi e invece trascorro un piacevolissimo viaggio con aria condizionata seduto in fantastico sedile reclinabile.
Notte sotto le stelle in un punto di ristoro per camionisti nella periferia della città. 
 
(75 km in sella)


Per chi ha sempre pensato che i foglietti illustrativi delle medicine fossero poco chiari…



Camionstop al casello di Daxian.

19 Giugno. Sveglia all’alba seguita da 45 km di pedalata sui raccordi anulari di Chongqing. Per avere qualche speranza di fare la prossima tappa in autostop devo assolutamente arrivare al casello giusto ad est della città. La polizia mi aiuta di nuovo a chiedere un passaggio ai camionisti in transito ma la cosa va per le lunghe e alla fine mi invitano a pranzo al loro ricchissimo buffet.

In serata sono riuscito a coprire altri 500 km in autostop. Al casello di arrivo non ci sono controlli; colgo l’occasione e, sperando di arrivare prima che faccia buio, mi butto in autostrada per gli ultimi 30 km. Le autostrade sono immense e deserte: girarci in bici è comodissimo (anche se purtroppo illegale). A pochi km dalla mia uscita vengo fermato da una pattuglia che vuole ad ogni costo farmi caricare la bici sulla volante. Dopo essersi resi conto dell’impossibilità della cosa, mi scortano fino alla prima area di servizio e mi lasciano lì con la promessa che la mattina seguente sarei uscito al primo svincolo e non sarei più rientrato.
Seconda notte sotto le stelle.

(Prima bucatura in bici. 72km in sella)


Dalla postazione della polizia mentre aspetto il passaggio.
  
20 Giugno. La mattina arrivo a Fenghuang: bellissimo paesino fluviale nel centro dell’Hunan. Nonostante sia una meta classica per i turisti cinesi, conserva ancora una bellissima atmosfera.
Due passi nel centro ed è già troppo tardi per rimettersi in sella sotto il sole pomeridiano.
Trascorro il pomeriggio in compagnia di una simpatica ragazza di Beijing che mi aiuta ad ampliare il mio frasario cinese. 
Mi rimetto in marcia verso le 16:00 sotto un sole ancora cocente. All'imbrunire mi ritrovo a pedalare lungo la sponda di un limpidissimo fiume dove un villaggio intero si sta facendo la doccia serale. Decido di unirmi a loro; l’acqua è troppo bella e ho proprio bisogno di un bagno completo. 
 
Terza notte “sotto le stelle”. Questa volta, poco dopo essermi addormentato, inizia una tempesta di tuoni e fulmini. Ho appena il tempo di trovare riparo sotto il vicino ponte prima che inizi un temporale incredibile.

(80 km in sella)


Il villaggio fluviale di Fenghuang.


Fenghuang dal ponte.

venerdì 14 giugno 2013

Cina centrale. Si prosegue in bici...


6 Giugno. Dunhuang. La notte in bus va via abbastanza liscia. In città sembrano esserci solo hotel di lusso. In tarda mattinata riusciamo a contrattare un prezzo ragionevole con una trattativa strabiliante durata solo qualche minuto. Senza tante discussioni ce la caviamo con un decimo del prezzo esposto sui tabelloni. Era da parecchio tempo che non vedevamo un posto così pulito!
La sera noleggiamo di nuovo delle biciclette e andiamo a fare un giro sulle vicine dune del deserto dei Gobi.
 
Dune di Dunhuang: Deserto dei Gobi.


7 Giugno. Visita alle Grotte di Mogao: un complesso che si estende per 25km con più di cinquecento stanze indipendenti scavate nella parete di una montagna. Ognuna di esse risale a un’epoca differente e contiene diverse espressioni di arte buddhista (la più antica 366 d.C.). Tra le più incredibili due contenenti dei giganteschi Buddha seduti e una con una più piccola statua di un Buddha dormiente.

Nel tardo pomeriggio saltiamo su un bus che ci porta a Jiayuguan. Essendo gli unici passeggeri per la nostra fermata, l’autista pensa bene di non arrivare fino in centro e ci scarica nel bel mezzo della notte, sotto una fitta pioggia, in piena periferia.


Grotte di Mogao: Buddha seduto (26 metri).

8 Giugno. La Grande Muraglia Cinese! Non è il tratto più suggestivo, né quello meglio conservato, ma ha pur sempre il suo fascino. Jiayuguan è il punto dove inizia il muro più lungo e famoso del mondo.

La sera salutiamo Ghimba che si dirige verso Dunhuang dove l’indomani lo aspetta un volo per  l’Italia per tornare a consegnare la tesi. In bocca al lupo!
Fra ed io prendiamo un treno per la nostra prossima destinazione: Zhangye.

Jiayuguan: Estremo occidentale della Grande Muraglia Cinese.

Vista dai bastioni della Grande Muraglia.


9 Giugno. Ci svegliamo in tenda di fianco alla stazione e andiamo alla ricerca del famoso Buddha dormiente più grande di tutta la Cina.
Nel pomeriggio prendiamo l’ennesimo treno notturno per Xi’an: 15 lunghissime ore. Questo è l’ultimo treno cinese del viaggio, da domani saremo di nuovo autosufficienti. 

Particolare degli affreschi nel tempio del Buddha dormiente.

Zhangye: viso del Buddha dormiente di 35 metri. Immenso.

10 Giugno. Trascorriamo la mattinata nel quartiere dei ciclisti. Giriamo almeno una ventina di negozi alla ricerca del mezzo che fa per noi e infine lo troviamo. Dopo una estenuante trattativa ripartiamo in sella a due ottime bici cinesi accessoriate di portapacchi, borse, parafanghi, luci, contachilometri, portaborracce e catena.
Nel pomeriggio ci avviamo verso il famoso Esercito di Terracotta dell’imperatore Qin Shi Huangdi. 
Quando arriviamo sul posto è ormai troppo tardi e piantiamo la tenda davanti all’ingresso aspettando l’apertura della mattina seguente.

(51km in sella.)

Sicurezza sul lavoro.


11 Giugno. Il sito archeologico è assolutamente incredibile. Migliaia di soldati di dimensioni reali che da oltre 2000 anni custodiscono la tomba del primo imperatore che unificò la Cina.
L’Esercito di Terracotta è stato scoperto nel 1974 da dei contadini che stavano scavando un pozzo. Gli scavi sono ancora in corso; chissà quante altre meraviglie porteranno alla luce.

Nel pomeriggio ci dirigiamo verso sud tentando di imboccare la statale che porta verso Chongqin. Ci siamo procurati un atlante in cinese in modo da poter chiedere indicazioni ai passanti ma, a parte rari casi, la vista di una cartina manda solo in confusione l’interpellato.

Il metodo migliore rimane trascrivere gli ideogrammi su un pezzo di carta e mostrarli direttamente a tassisti o camionisti. Le risposte non sono mai univoche ma, chiedendo a tre o quattro persone, si riesce quasi sempre a risalire alla svolta corretta.
 
(73km in sella.)

Primo impatto con l’Esercito di Terracotta.
 
 
Esercito di Terracotta.


In tutto l’esercito non ci sono neanche due soldati che abbiano il medesimo volto!

 
Momenti di maggior sconforto… persi nelle periferie di Xi’an non sapendo più da che parte andare.


12-13 Giugno. Sveglia all’alba e via in sella verso sud. Ci allontaniamo da Xi’an pronti a passare un paio di giorni in collina ma la strada è ben più dura del previsto. Salite e discese infinite immersi in bellissime vallate interamente ricoperte da una fittissima vegetazione.
All’imbrunire del secondo giorno ci fermiamo in un minuscolo villaggio lungo il fiume alla ricerca di un piatto di noodles. Ci sdraiamo per terra stravolti davanti alla casa di una signora che tenta in vano di farci usare delle scomodissime seggioline di legno. Nel giro di una mezzora ci prepara una piccantissima cena a base di trota, tofu, verdure e riso. 

(87km + 108km. Due Passi oltre i 2000m tornando ogni volta a 600m. Passo più alto 2290m)


Sorridenti in sella alle nostre biciclette ignari dei passi di montagna da superare.


Pranzo con i noodles precotti che si trovano anche nel più piccolo dei negozi di alimentari. Quelli veri sono meglio ma anche questi non sono niente male.

Colazione sul ponte.

Gli ultimi tornanti! (del secondo di quattro passi…)

Le verdi vallate che ci hanno inghiottito per due giorni.

venerdì 7 giugno 2013

Cina: Xinjiang



30-31 Maggio. Visita a Kashgar. Siamo nello Xinjiang, nord-ovest della Cina. Questa regione ha un forte legame con l’Asia Centrale e gli abitanti hanno spesso lineamenti più uzbeki o kirghisi che cinesi. Il cibo è estremamente più vario (e speziato) di quello incontrato negli altri paesi attraversati fino ad oggi; anche se apparentemente è nulla in confronto a quello che si incontrerà nel sud-est asiatico.
Sui mezzi di trasporto sono assolutamente all’avanguardia. Il 90% dei mezzi in circolazione in città è vecchio e scassato ma completamente elettrico. Silenziosissimi e ad emissioni zero!

Altro fatto abbastanza stupefacente è la forte presenza di donne nei numerosi cantieri edili sparsi ovunque sul territorio. Lavorano esattamente come gli uomini, su e giù dalle impalcature, tra assi calce, mattoni e ferri del mestiere.

Tra le altre novità c’è quella del fuso. In questa regione vi è un orario comunemente usato dalla popolazione uigura e uno imposto da Beijing (Pechino) per tutte le attività ufficiali. Ad esempio: se fissi un appuntamento sarà con orario locale, se invece devi prendere un bus o un treno sarà orario di Beijing. Decidiamo di basarci su quello ufficiale in modo da non perdere i mezzi che dovremo usare da una città all’altra. In questo modo il sole sorge verso le 7.00 e tramonta poco prima delle 23.00!

Dopo due giorni in città, venerdì prendiamo l’autobus notturno verso Kuqa. Invece dei soliti sedili reclinabili ci sono tre file di cortissimi letti a castello.

Vendita di merendine attraverso la cancellata della scuola.

Partita a biliardo in mezzo alla piazza.

Pranzo alle bancarelle del bazar.

Ora di cena: chi vuole una testa di pecora?

Abbiamo assaggiato tutti questi spiedini ma la composizione dei più rimane ancora non identificata...






1 Giugno. Arriviamo a Kuqa in mattinata dopo una lunga e “movimentata” notte. La città è piccola e senza particolari attrattive. Non c’è molto da vedere, cerchiamo un parco dove rilassarci e aspettare il pomeriggio per prendere il treno per Urumqi.
Le cuccette economiche sono finite, optiamo per il posto a sedere. La situazione non è paragonabile a quella dei treni indiani ma, in ogni caso, non è proprio confortevole. Sopra i sedili, sotto i sedili, in mezzo allo stretto corridoio: nel giro di qualche ora c’è gente sdraiata ovunque ci sia uno spazio orizzontale disponibile.
In questa comoda sistemazione Fra riempie ripetutamente il thermos di vomito. Nel pomeriggio gli erano comparse delle macchie rosse su tutto il corpo e ora iniziamo a preoccuparci che possa essere qualche cosa di serio.
Mentre Fra dorme già sotto un sedile, io e Ghimba intavoliamo (con il supporto di un dizionario italiano-mandarino) una lunga e lentissima conversazione con un cuoco cinese ventitreenne. 


Notte in autobus. Due delle tre file  di cuccette a due piani.

Mattina in treno: molti sono scesi ma qualcuno dorme ancora.


2-3 Giugno. Urumqi, Fra si è fortunatamente ripreso ma ora è il turno di Ghimba. Niente bolle ma solo una forte febbre che lo fa dormire per una trentina di ore filate. Rimandiamo di un giorno la partenza per l’est.

Dall’inizio del viaggio è la prima città moderna dotata di una discreta skyline. Fingendo di essere clienti di un hotel di lusso (facile per dei ragazzi europei), con una semplice firma sull’elenco degli ospiti riusciamo a salire all’ultimo piano del grattacielo più alto. Dietro una porta dimenticata aperta troviamo una scala a pioli che ci porta sul tetto ancora in costruzione. La vista è magnifica.
  
Passiamo il pomeriggio passeggiando nella rilassatissima atmosfera dei parchi cittadini dove moltissimi anziani si radunano a cantare, ballare, suonare, giocare a ping-pong e a partecipare ad altre mille attività di gruppo.
Due notti in un ostello in centro città dove incontriamo un sacco di viaggiatori con le mete e i piani di viaggio più incredibili.


Cartello dettagliato in Mandarino e Uiguro.  Di scarsa utilità per il nostro vagabondaggio in città...
Gioco di riflessi sporgendosi dal tetto del grattacielo più alto.
Urumqi dall'alto.
Cortile della scuola elementare dietro l'ostello.
Il parco nel centro di Urumqi.
Ancora nel parco.

4 Giugno. Ghimba è di nuovo in forma. In tarda mattinata saltiamo sull’autobus per Turpan che ci porta in quella che sembra essere la seconda depressione più profonda del mondo: -154m.

Noleggiamo tre biciclette, tiriamo su solo la tenda e due cose da mangiare e all’imbrunire ci avviamo verso i Monti Fiammeggianti: una zona di deserto che sembra essere particolarmente suggestiva.
Trascorriamo la notte in una piccola oasi verde in mezzo al deserto.

5 Giugno. Alle 5.30 AM siamo già in piedi per il sole. Fa già caldo e abbiamo ancora una ventina di km per arrivare al sito. Per fortuna due gentilissimi locali ci offrono un passaggio su un camioncino e ci regalano un paio di angurie per rinfrescarci.
Il ritorno sotto il sole è provante e in città ci fermiamo all’hotel che ci ha noleggiato le bici per godere dell’ombra e aria tiepida della hall. Le temperature sfiorano i 40 gradi nelle ore calde della giornata.

Nel pomeriggio giriamo per la città facendo gare in bicicletta attaccandoci a camioncini, tuc-tuc, motorini e ad ogni altra sorta di trabiccolo di passaggio.
Doccia con la canna nel giardino dell’hotel (tre stelle) e poi via di corsa per non perdere il bus a cuccette verso Dunhuang.

Monti Fiammeggianti nella caldissima depressione di Turpan. Quasi 30 km di bici dalla cittadina.