10 Aprile.
Finalmente ho tutti i documenti in regola per entrare in Iran. Questa mattina
ho ritirato all’ufficio Fed-Ex di Tbilisi il tanto agognato Carnet de
Passage en Douane.
Si tratta di un
passaporto per veicoli che viene rilasciato dall’ACI a fronte del versamento di
una cauzione pari a tre volte il valore stimato dell’auto. In questo modo, se
dovessi vendere o abbandonare la cara Passat in uno stato che prevede tale
documento, quello stesso stato avrebbe la possibilità di richiedere come
risarcimento i soldi della mia cauzione.
Nel pomeriggio tosatura di barba e capelli in previsione della frontiera iraniana. Ogni volta che mostro il passaporto guardano con sospetto la foto del quindicenne in prima pagina e poi mi chiedono sempre se ho un secondo documento.
Nel pomeriggio tosatura di barba e capelli in previsione della frontiera iraniana. Ogni volta che mostro il passaporto guardano con sospetto la foto del quindicenne in prima pagina e poi mi chiedono sempre se ho un secondo documento.
11 Aprile.
Fallisce il mio piano di attraversare l’Armenia per entrare in Iran. Appena
arrivato al confine scopro che, per entrare nel paese, è necessario pagare
un’onerosa tassa annuale per la circolazione e l’assicurazione del veicolo. Dopo aver
provato a trattare, saluto gentilmente i doganieri armeni e rientro in Georgia
per dirigermi verso il confine turco.
Per evitare ulteriori brutte sorprese chiedo se la strada per il
confine vicino sia percorribile o ancora chiusa per innevamento. Sorridono e mi
dicono di proseguire sereno che non c’è motivo di preoccuparsi.
Procedo tutto il
pomeriggio su una serie di strade senza segnaletica. Varie volte mi trovo a
tornare indietro su sterrati trasformati in letti di torrenti dalla forte
pioggia. In serata raggiungo finalmente il confine turco sotto una leggera nevicata. La dogana non esiste
più e la strada è sbarrata. Altri 150
km per arrivare infine ad una vera dogana. Passo la notte al confine in attesa
dell’apertura mattutina.
12 Aprile.
Nuovamente in Turchia per un giorno. Nel pomeriggio tento con scarsi risultati
di scaricare un programma per poter utilizzare liberamente internet anche in
Iran. Facebook, Gmail, Blogger e molti altri siti sono censurati ed è impossibile
accedervi legalmente dall’interno del paese. Il trucco sta nel connettersi
tramite un “server proxy” alternativo che risulta esterno all’Iran e riesce
quindi ad aggirare il blocco del governo.
Seconda notte in
frontiera. Questa volta ai piedi dei 5137 metri del monte Ararat. Purtroppo la
cima è perennemente avvolta tra le nubi.
13 Aprile. 8.00
di mattina. Alla frontiera turca, insieme ai poliziotti, si presenta un signore
ben vestito che inizia ad elargirmi saggi consigli a non finire. Concluse le
raccomandazioni sull’Iran mi propone di cambiare dei soldi ad un tasso
conveniente. Il tasso sulla Lonely del 2008 è 1: 13.000 e lui mi propone 1:
25.000. Sembra buono ma prima vorrei controllare il tasso attuale: in cinque
anni può essere successo di tutto. Mi
porta nel suo ufficio e su internet trovo 1:16.000 come tasso aggiornato in
tempo reale. Anche se la questione mi puzza, decido di cambiare una bella somma
spuntando addirittura 1:28000. L’offerta è troppo allettante e mi dimentico una
delle regole base: mai cambiare i soldi in dogana.
Finite le
formalità dal lato turco entro in Iran lasciandomi chiudere alle spalle un
gigantesco cancello. Mi portano da una signora che parla inglese e che mi fa
alcune domande sulla mia visione del suo paese. Finito il questionario mi dà
alcune informazioni utili: il cambio ufficiale praticato dalle banche è
1:14.000 ma nei cambiavalute per un Euro ti danno 45.000 Rial!
Fortunatamente mi
concedono di lasciare tutti i documenti in Iran e tornare in Turchia a cercare
il mio caro amico. Era sicuro d’averla fatta franca, nessuno può tornare
indietro dopo aver superato il confine. Lo trovo intento a sorseggiare una
tazza di çay con gli amici poliziotti. Pochi istanti dopo ho di nuovo tutti gli
Euro in mano e mi riaprono i cancelli per l’Iran.
Questa volta è il
turno degli iraniani. Mi tengono tre ore in dogana tentando di farmi pagare 400
Euro di tassa sul carburante. Per la benzina non ci sono problemi ma, visto che
la Passat è un diesel, mi tocca pagare un contributo extra. Sembra tutto vero,
in frontiera conosco un ragazzo tedesco che mi conferma che si tratta di una
tassa ufficiale. Essendomi accorto che la signora che mi aveva fatto le domande
sulla mia visione dell’Iran era molto preoccupata di come ne avrei parlato una
volta tornato a casa, la coinvolgo nella discussione con i doganieri e i
militari presenti ed alla fine riesco ad avere libero accesso al paese senza
pagare un singolo Euro.
Primo pieno, 71
litri. Grandi problemi anche dal benzinaio che prova a fare la cresta sul
rifornimento. Mi riempie il serbatoio a prezzo ridotto con la tessera di un
camionista e poi tenta inutilmente di farmelo pagare tre volte tanto.
Ho in tasca una
mazzetta da 110 banconote a quattro o cinque zeri. Non ho ancora il colpo d’occhio
sui prezzi e, nel casino che si è creato, non ho fatto in tempo a capire quanto
mi è costato. Salgo in auto e, mentre mi allontano dalla pompa, converto
mentalmente in Euro quella cifra stratosferica: 3 Euro!
Una mazzetta di banconote a quattro zeri... indovinate quanto ho cambiato? |
Camion in coda per entrare in Turchia. Sullo sfondo il monte Ararat finalmente fuori dalla cortina di nubi! |
Primo paese dopo il confine. Sono in Iran. |
Al decimo sorpasso di questa autocisterna non ho resistito e ho iniziato a scattare foto. Siamo a 120km/h in curva con linea continua... |
14 Aprile. Direzione Tehran, verso la casa di una ragazza di nome Noo. Il Couch Surfing ha sempre funzionato molto bene ma nella capitale iraniana mi ha lasciato senza parole. Pubblicando la richiesta con solo due giorni d’anticipo, in 24 ore ho ricevuto nove inviti per i giorni che passerò in città.
Il 16 arriveranno
in aereo due cari amici che hanno deciso di prendere parte a quest’avventura
per un paio di mesi. In attesa di Fra e Ghimba mi dedicherò a raccogliere un
po’ d’informazioni sui vari visti che dovremo ottenere per riuscire a proseguire
verso la Cina.
Tre gentilissimi poliziotti che mi danno una lunghissima e dettagliatissima descrizione della strada da seguire. Ovviamente non in inglese ma in farsi. |
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