domenica 14 aprile 2013

Dogane, Dogane ed ancora Dogane….


10 Aprile. Finalmente ho tutti i documenti in regola per entrare in Iran. Questa mattina ho ritirato all’ufficio Fed-Ex di Tbilisi il tanto agognato Carnet de Passage en Douane.
Si tratta di un passaporto per veicoli che viene rilasciato dall’ACI a fronte del versamento di una cauzione pari a tre volte il valore stimato dell’auto. In questo modo, se dovessi vendere o abbandonare la cara Passat in uno stato che prevede tale documento, quello stesso stato avrebbe la possibilità di richiedere come risarcimento i soldi della mia cauzione. 

Nel pomeriggio tosatura di barba e capelli in previsione della frontiera iraniana. Ogni volta che mostro il passaporto guardano con sospetto la foto del quindicenne in prima pagina e poi mi chiedono sempre se ho un secondo documento.



11 Aprile. Fallisce il mio piano di attraversare l’Armenia per entrare in Iran. Appena arrivato al confine scopro che, per entrare nel paese, è necessario pagare un’onerosa tassa annuale per la circolazione e l’assicurazione del veicolo. Dopo aver provato a trattare, saluto gentilmente i doganieri armeni e rientro in Georgia per dirigermi verso il confine turco.  Per evitare ulteriori brutte sorprese chiedo se la strada per il confine vicino sia percorribile o ancora chiusa per innevamento. Sorridono e mi dicono di proseguire sereno che non c’è motivo di preoccuparsi.

Procedo tutto il pomeriggio su una serie di strade senza segnaletica. Varie volte mi trovo a tornare indietro su sterrati trasformati in letti di torrenti dalla forte pioggia. In serata raggiungo finalmente il confine turco sotto una leggera nevicata. La dogana non esiste più e la strada è sbarrata.  Altri 150 km per arrivare infine ad una vera dogana. Passo la notte al confine in attesa dell’apertura mattutina.

I pianori turchi nella zona vicino al confine armeno.

12 Aprile. Nuovamente in Turchia per un giorno. Nel pomeriggio tento con scarsi risultati di scaricare un programma per poter utilizzare liberamente internet anche in Iran. Facebook, Gmail, Blogger e molti altri siti sono censurati ed è impossibile accedervi legalmente dall’interno del paese. Il trucco sta nel connettersi tramite un “server proxy” alternativo che risulta esterno all’Iran e riesce quindi ad aggirare il blocco del governo.
Seconda notte in frontiera. Questa volta ai piedi dei 5137 metri del monte Ararat. Purtroppo la cima è perennemente avvolta tra le nubi.


13 Aprile. 8.00 di mattina. Alla frontiera turca, insieme ai poliziotti, si presenta un signore ben vestito che inizia ad elargirmi saggi consigli a non finire. Concluse le raccomandazioni sull’Iran mi propone di cambiare dei soldi ad un tasso conveniente. Il tasso sulla Lonely del 2008 è 1: 13.000 e lui mi propone 1: 25.000. Sembra buono ma prima vorrei controllare il tasso attuale: in cinque anni può essere successo di tutto.  Mi porta nel suo ufficio e su internet trovo 1:16.000 come tasso aggiornato in tempo reale. Anche se la questione mi puzza, decido di cambiare una bella somma spuntando addirittura 1:28000. L’offerta è troppo allettante e mi dimentico una delle regole base: mai cambiare i soldi in dogana.

Finite le formalità dal lato turco entro in Iran lasciandomi chiudere alle spalle un gigantesco cancello. Mi portano da una signora che parla inglese e che mi fa alcune domande sulla mia visione del suo paese. Finito il questionario mi dà alcune informazioni utili: il cambio ufficiale praticato dalle banche è 1:14.000 ma nei cambiavalute per un Euro ti danno 45.000 Rial!

Fortunatamente mi concedono di lasciare tutti i documenti in Iran e tornare in Turchia a cercare il mio caro amico. Era sicuro d’averla fatta franca, nessuno può tornare indietro dopo aver superato il confine. Lo trovo intento a sorseggiare una tazza di çay con gli amici poliziotti. Pochi istanti dopo ho di nuovo tutti gli Euro in mano e mi riaprono i cancelli per l’Iran.

Questa volta è il turno degli iraniani. Mi tengono tre ore in dogana tentando di farmi pagare 400 Euro di tassa sul carburante. Per la benzina non ci sono problemi ma, visto che la Passat è un diesel, mi tocca pagare un contributo extra. Sembra tutto vero, in frontiera conosco un ragazzo tedesco che mi conferma che si tratta di una tassa ufficiale. Essendomi accorto che la signora che mi aveva fatto le domande sulla mia visione dell’Iran era molto preoccupata di come ne avrei parlato una volta tornato a casa, la coinvolgo nella discussione con i doganieri e i militari presenti ed alla fine riesco ad avere libero accesso al paese senza pagare un singolo Euro.

Primo pieno, 71 litri. Grandi problemi anche dal benzinaio che prova a fare la cresta sul rifornimento. Mi riempie il serbatoio a prezzo ridotto con la tessera di un camionista e poi tenta inutilmente di farmelo pagare tre volte tanto.
Ho in tasca una mazzetta da 110 banconote a quattro o cinque zeri. Non ho ancora il colpo d’occhio sui prezzi e, nel casino che si è creato, non ho fatto in tempo a capire quanto mi è costato. Salgo in auto e, mentre mi allontano dalla pompa, converto mentalmente in Euro quella cifra stratosferica: 3 Euro! 

Una mazzetta di banconote a quattro zeri... indovinate quanto ho cambiato?


 
Camion in coda per entrare in Turchia. Sullo sfondo il monte Ararat finalmente fuori dalla cortina di nubi!


Primo paese dopo il confine. Sono in Iran.



Al decimo sorpasso di questa autocisterna non ho resistito e ho iniziato a scattare foto. Siamo a 120km/h in curva con linea continua...


14 Aprile.  Direzione Tehran, verso la casa di una ragazza di nome Noo. Il Couch Surfing ha sempre funzionato molto bene ma nella capitale iraniana mi ha lasciato senza parole. Pubblicando la richiesta con solo due giorni d’anticipo, in 24 ore ho ricevuto nove inviti per i giorni che passerò in città.
Il 16 arriveranno in aereo due cari amici che hanno deciso di prendere parte a quest’avventura per un paio di mesi. In attesa di Fra e Ghimba mi dedicherò a raccogliere un po’ d’informazioni sui vari visti che dovremo ottenere per riuscire a proseguire verso la Cina.


Tre gentilissimi poliziotti che mi danno una lunghissima e dettagliatissima descrizione della strada da seguire. Ovviamente non in inglese ma in farsi.



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