7 Agosto. Sveglia
all’alba nell’ennesimo tempio buddista. Questa volta, invece di lasciarci
piantare la tenda sotto un portico, i monaci ci hanno proprio invitato a
dormire all’interno della sala per la meditazione. In questa zona della
Thailandia i numerosissimi wat (templi) buddisti offrono sempre un luogo
tranquillo e sicuro dove passare la notte al riparo dai monsoni.
In tarda
mattinata salutiamo la Ste, che sale su un bus di linea diretto a Bangkok dove
la aspetta un volo per l’Italia. Siamo nuovamente in due sulla strada per
Singapore.
Nel pomeriggio
raggiungiamo una bianca spiaggia dove ci accampiamo per la notte. La visibilità
sottomarina è sempre pressoché nulla e, questa volta, a rovinare il tentativo
di pesca si aggiungono delle fortissime correnti di profondità. Basta scendere
una decina di metri per iniziare a vedere il fondale che scorre davanti agli
occhi ad una velocità davvero poco rassicurante. Senza pinne non è certo il
caso di scherzare con l’oceano.
(32 km in sella,
nona e decima bucatura)
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjIRnfF0bsjx2MTSv_aEueS0RyxCAzH36IHEQsoLSlWeHV6hMIxbIKOfYrn4lnXmpzHz9NezGyIARE3FRYDZnguwPK4zzRsbVqxvib6jWRuay_zCRFMjueXbZRXsnwYj9Va0n86iMy-GJA/s640/IMG_21651000.jpg) |
Quando non c’è
spazio nel cassone si viaggia tranquillamente anche con il portellone aperto…
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8-9 Agosto. Siamo
ancora diretti a sud lungo la strada costiera della regione tra Surat Thani e
Songkhla. Bellissime pedalate nelle campagne tra il mare e l’immenso lago Thale
Sap.
Queste sono
probabilmente le ultime due notti che passiamo ospiti dai monaci. Meteo
permettendo, da sabato saremo in Malesia e i templi buddisti saranno quasi
interamente sostituiti da moschee musulmane.
Ho quasi perso il
conto dei frutti esotici scoperti in questo viaggio. Con quello di oggi abbiamo
abbondantemente superato le venticinque nuove varietà. Si tratta di un cocco
contenente tre gigantesche castagne dalla consistenza gelatinosa e dal gusto
fresco e zuccherino… non saprei veramente come descriverlo meglio.
(64+67 km in
sella)
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZp1s3za-WRQPuYAKXBtwqAuZDgYVS2oxuGQeS6jfBwQHjtXKFBNVQr7_8P626tyPPbpM0BxKB34Gq5xUvRDTUvS3Ujrywt-dfq8045C_m6y4pxap43oTrjlegZsfXFb_KeuyztCRr5y8/s640/IMG_21231000.jpg) |
Lago Thale Sap.
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![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjFUafMS24IKd797G4mmK1OhfCuhOTW0YB-zRAVa2IUBstG7kc1qgpAoDNu50PuP-Vl8VvD0rL-dLpHmy8bAIP2tBOQWrJdkWdL3FgDCT-7GZC2j6txLLOF6dmLNFEgo5-G7xHDfy-By_Q/s640/IMG_21491000.jpg) |
L’arzillo signore che è agilmente salito e sceso
dalla palma (senza alcuna protezione) per farci assaggiare questa nuova varietà
di cocco. |
10 Agosto. Lo
spazio sul passaporto è quasi terminato ma c’è ancora qualche angolino
disponibile per uno degli ultimi timbri di questa avventura. È arrivato il
momento di entrare in Malesia.
In serata
vorremmo arrivare sull’isola di Langkawi e non sarà sufficiente una lunga
pedalata a portarci per tempo fino alla nostra destinazione. Approfittiamo di
un momento di pioggia per prendere un passaggio su un autocarro diretto al
confine. Un camionista troppo scrupoloso e i suoi fissaggi troppo stretti ci
regalano una bella sorpresa al momento di scaricare le bici per riprendere la
pedalata: due raggi sono spezzati e la ruota posteriore della mia bici è
seriamente deformata. Per ora si riesce a pedalare con il freno sganciato ma
bisognerà risolvere il problema al più presto.
Nonostante la ruota
sbilenca, arriviamo al molo per l’imbarco in tempo per saltare sull’ultimo
battello diretto all’arcipelago.
(96 km in sella)
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisoiAMGsUDPPjIHoHDLRv30Qbz1gvdjm8_5gyI1ss-IJK6ykXlXJxUcuMlrcAQqbNGaiqmFUGdtU0I65Rl0ZN0kTpqbOXb6uJEmjLsOLLPITuapFGpiPKf_9Eb7tKUTpPw1wCZiIAOeBY/s640/IMG_2179cut1000.jpg) |
Diretti verso l’arcipelago di Langkawi. |
11-12 Agosto. Due
giorni sull’isola di Langkawi tra bianche spiagge, grandi varani e dispettosissime
scimmie.
Domenica sera:
siamo pronti per campeggiare nel selvaggio nord dell’isola, ma una banda di
babbuini che scorrazza sulla spiaggia ci costringe a rimandare i preparativi
per la cena fino al tramonto. Appena calato il sole, un muro d’acqua spegne il
timido fuoco avviato a fatica tra legna umida, vecchi scontrini e un goccio di
benzina. Lo scroscio dura solo pochi minuti ma è sufficiente a mandare a monte
i nostri piani e a farci cercare una sistemazione di fortuna sotto l’unica
minuscola tettoia disponibile.
(65 km + 26 km in
sella)
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvxiwTY2_VJqxgIAhLUexyS-aS3skRrKy85VEHDPis3Lieo1rBjMPM0ws6WCUwSSHiIFt1BMaqT8oGtdqSuIamLeGSQAYHPGipC5NTWK2fuTITa6AbenQKwcENbQhdkIkzRSPGUB360dU/s640/IMG_2195cut1000.jpg) |
La spiaggia delle
scimmie la mattina dopo la tempesta.
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![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWry67wPWcBDat0O9fxkz18Alw9QdKv_m43iyWxuQDbHGH2AWBQPxsapDRHGZz1e831OK6sTRBr3Mu9TULLt9yNpqh-Kg2jN1Wr000ZwIDKUJS6gQks1CurWUH2RVrb4tuXNShMGLv8Gs/s640/IMG_2200cut1000.jpg) |
Non abbiamo
ancora scoperto il nome di questo puzzolentissimo frutto. Nonostante il forte
odore di zolfo, il sapore è molto buono.
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![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgiRxfTfYyFRnXloKTDBui1Ckem9hKiI8AzShTzQr04L7lflUoQaYjoWemX9ZGZzglxGBw-DhI4iuhyphenhyphenh8LjYW-KORfDpdOaJc4VkkuWzOGeCBMAxsktqN_P6eWpBq6a0EC5mADprUlXg_o/s640/IMG_2215cut1000.jpg) |
Pronti per una scorpacciata di
rambutan appena raccolti da uno dei numerosissimi alberi da frutto dell’isola.
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![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrbL7fPXy9LMbQgc44oa5XC4aDkLreZCuummoqa9H2dStXvlLSb6YkNVtVZ_czUlELnABRaSyMjnoekRlKt7b-qh_NY0at3pQNWyCkDbvJemGqdnBnoKFHAcCTgeB-y7uvW4EbApVlEqI/s640/IMG_22081000.jpg) |
Alta marea.
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![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhe9YLQYUdaiaoC6Mk96r3m9YRvrkEQ2Pc8_o9fajX55zt9QGsAnA4fw0PF_b74H7BEIoGew4XU9G4mq20fu15p8unx4-kxkOIJgqUAdxxv-ZRuz3mPUWsKMyFs7qHKo55dpt6Vdep_AcY/s640/IMG_22761000.jpg) |
Abitanti notturni
delle belle spiagge dell’isola.
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13 Agosto. Un’ora
di traghetto e siamo di nuovo sulla terra ferma a pedalare verso sud. Nel
pomeriggio troviamo un passaggio su un preistorico camion Mercedes con
abitacolo in legno, due catenelle al posto delle portiere, una comodissima asse
scheggiata come sedile e un’altra come schienale: cabina da prima classe!
In serata
arriviamo a Georgetown: città multietnica famosa per la forte integrazione tra
le comunità cinese, indiana e malese che abitano nel centro storico. In Malesia
è opinione comune che questo miscuglio di culture abbia dato vita ad una delle
cucine più buone del paese. Pare addirittura che in molti vengano fin qui dalla
capitale per gustarne gli ottimi piatti.
(70 km in sella)
14 Agosto. Visita
della città in mattinata e pomeriggio in officina per varie riparazioni (tra cui
sostituzione di un cerchio e riraggiatura completa di una ruota).
La notte siamo
nuovamente sulla costa, solo pochi chilometri più vicini alla nostra meta
finale.
(22 km in sella,
con le 4 bucature di oggi arriviamo alla quattordicesima)
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMZZlYpkA_MgfgTDEjeusejwNgaEcc8V1ArHjnh6zyhyyoTxpaCIXXHKtCRcHWo0bobgosOt5XC-XLzPzTQpJWjXNWR0cvqSL_tSR1XCYo3i99paodmhd1LQkf-xDiKI97HWPm3z72Ih4/s640/IMG_23031000.jpg) |
Le vie del centro
di Georgetown, tra il quartiere coloniale e chinatown.
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![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEitbU7Sqd_yBEeocWu5OpnEkn4DSYLNAH8u9NUHp4QAieVclaHD3-7IDOpH9nE9Ohxcx3JTwb2wosIsOTDCO7rAvHn2IQ7WexdQPkwdcuZvLy7QDEXg4mo9ZhSy7ocKsJE8pliHhl7dbc8/s640/IMG_2304cut1000.jpg) |
Georgetown: il
bravissimo ciclista che ci ha rimesso in sesto le biciclette.
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15 Agosto. In
serata decidiamo di puntare su Kuala Lumpur e ci appostiamo al casello per
cercare uno strappo per la capitale. Accosta un giovane camionista e ci avvisa
che però, prima di partire, deve passare al cementificio per fare il carico.
Noi non siamo di fretta e accettiamo il passaggio di buon grado. Chiacchierando
in coda davanti alla fabbrica scopriamo che è solo ventunenne e non ancora
patentato! Ci racconta che quando viene fermato dalla polizia è sufficiente una
piccola mancia per risolvere il problema.
Dopo più di
quattro ore di attesa, riusciamo finalmente a caricare le quaranta tonnellate
di cemento e a metterci in marcia ma, neanche mezz’ora più tardi siamo di nuovo
fermi. Alla radio un altro camionista lo ha avvisato di un posto di blocco
della polizia e lui non può certo rischiare di essere controllato. Finiamo per
trascorrere la notte in branda nella cabina del camion e arrivare a
destinazione solo la mattina successiva.
(68 km in sella)