17 Luglio. La
mattina, dopo aver salutato il commissario e i vari poliziotti, ci dirigiamo verso il
villaggio sul vicino lago. Kompong Pluk sorge interamente su alte palafitte che
nella stagione monsonica permettono ai loro abitanti di rimanere quasi
all’asciutto. Nei mesi piovosi il livello del lago può salire anche di sei o
sette metri.
Nel pomeriggio
iniziamo a dirigerci verso la cittadella di frontiera di Poipet. Non sappiamo
quanto tempo sia necessario a risolvere il problema del visto e non è certo il
caso di prolungare eccessivamente il nostro soggiorno clandestino in Cambogia.
(73 km in sella)
Kompong Pluk:
villaggio su palafitte nel lago Tonlè Sap.
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Tappeto di
gamberi nella via principale (unica via) del minuscolo villaggio.
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Le scale di casa nella stagione secca. |
18 Luglio.
Riusciamo a raggiungere il confine nel tardo pomeriggio e ad iniziare le
trattative con gli ufficiali di frontiera per uscire da questo limbo nella
maniera più rapida e indolore. Dopo tre
ore di discussioni capiamo che questa volta non c’è verso di risolvere la
questione in dogana. Il capo lavora nella capitale e qui nessuno ha il
potere di metterci il timbro di cui abbiamo bisogno. Oramai è calata la notte;
decidiamo di fare uno strappo alla regola e di caricare le bici su un bus di
linea in partenza per la capitale. Phnom Penh dista oltre 400km e noi dobbiamo
recarci all’ufficio immigrazioni della capitale per ottenere un visto d’uscita
dal Paese.
(70 km in sella)
Piacevole
sorpresa sulla statale per Poipet: serpenti fritti. Carne compatta e saporitissima!
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Vendita di zucche
a bordo strada.
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19 Luglio. Dopo
un viaggio di otto ore, all’alba siamo già nella piccola capitale cambogiana.
Le elezioni politiche sono settimana prossima e, fin dal primo mattino, tutte
le vie di Phnom Penh sono invase da cortei di motorini, tuk tuk e camioncini.
All’ufficio
immigrazione della polizia va tutto per il meglio. Riusciamo a parlare con la
persona giusta che ci registra i passaporti come se fossimo entrati in aereo in
Cambogia il giorno stesso.
Per i laotiani
risulteremo quindi per sempre dispersi nella giungla…
Nel pomeriggio
prendiamo un passaggio per la costa sotto una pioggia sempre più insistente.
(60 km in sella)
20-21 Luglio. Due
giorni nel parco naturale dei monti Cardamomi. Si tratta di una delle ultime
zone di foresta primaria dove sono ancora presenti moltissime specie animali in
via d’estinzione. Paesaggi da favola, foreste di mangrovie, giungle
incontaminate, cascate spettacolari, spiagge deserte, orsi, tigri, coccodrilli,
elefanti… peccato che la stagione monsonica sia iniziata due settimane fa e una
fittissima pioggia ininterrotta ci costringa ad attraversare questo paradiso
naturale senza riuscire a vedere assolutamente niente.
Il pomeriggio del 21
varchiamo il confine con la Thailandia senza problemi. Un timbro e via, siamo
passati: da oggi in strada si tiene la sinistra!
Notte in tenda
sotto una tettoia in riva al mare.
(14+18 km in
sella, quarta bucatura in bici)
Invito per cena
da parte del camionista che ci ha dato un passaggio fino a Koh Kong.
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22 Luglio. Le
piogge non accennano a diminuire. Seguiamo la costa verso nord in direzione di
Bangkok. Se tutto va bene entro un paio di giorni dovremmo essere fuori da
questa regione dove la stagione monsonica è più lunga e intensa. Quando si
viaggia in bici e tenda essere sempre bagnati fradici non è proprio l’ideale.
Tappa a Trat per
il pranzo. La sera arriviamo a Chanthaburi e troviamo riparo sotto una tettoia.
(55 km in sella)
Mattina: la marea
si ritira sulla nostra prima spiaggia tailandese. Le nuvole invece rimangono
dove sono.
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23 Luglio. La
sveglia è puntata all’alba ma anche questa volta ci tocca rimandare la partenza
per la forte pioggia. Alle 11.00, mentre siamo ancora rifugiati in tenda, il
livello dell’acqua inizia a salire rapidissimamente. Facciamo appena in tempo
smontare tutto e caricare le bici che l’acqua ha già ricoperto tutto il
terreno. Passiamo il resto del pomeriggio su una piccola piattaforma rialzata
del mercato dove i locali stanno caoticamente ammassando tutte le merci. Quando
anche le jeep migliori iniziano a fermarsi fumanti in mezzo alla strada,
decidiamo di andare a fare un sopralluogo per capire se siamo nel
mezzo di un’alluvione o se ci sia ancora una qualche via di uscita.
Fortunatamente scopriamo che il "lago" è esteso solo alla zona bassa della città
dove si stanno convogliando fiumi d’acqua dalle colline vicine: non è il caso
di indugiare oltre. Riconquistiamo la terra ferma con le nostre biciclette
grazie ad un paio di catini da cantiere. Giornata fantastica!
Ore 11.00. Bancarelle del
mercato sotto il temporale (notate il tavolo di bambù appoggiato a quello in
plastica).
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Ore 13.00. Bancarelle del mercato semisommerse (notate il tavolo di bambù posto sopra quello in plastica). |
Ore 14.30. Bancarelle del mercato sommerse (notate il tavolo di bambù…). |
Mercato allagato:
operazioni di salvataggio merci.
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24 Luglio.
Giornata in bici lungo la costa in direzione Bangkok. Notte in spiaggia dopo lunghe peregrinazioni attraverso le zone industriali nei dintorni di Rayong.
(90 km in sella,
quinta bucatura in bici)