sabato 17 agosto 2013

Dalla Thailandia alla Malesia.


7 Agosto. Sveglia all’alba nell’ennesimo tempio buddista. Questa volta, invece di lasciarci piantare la tenda sotto un portico, i monaci ci hanno proprio invitato a dormire all’interno della sala per la meditazione. In questa zona della Thailandia i numerosissimi wat (templi) buddisti offrono sempre un luogo tranquillo e sicuro dove passare la notte al riparo dai monsoni.

In tarda mattinata salutiamo la Ste, che sale su un bus di linea diretto a Bangkok dove la aspetta un volo per l’Italia. Siamo nuovamente in due sulla strada per Singapore.

Nel pomeriggio raggiungiamo una bianca spiaggia dove ci accampiamo per la notte. La visibilità sottomarina è sempre pressoché nulla e, questa volta, a rovinare il tentativo di pesca si aggiungono delle fortissime correnti di profondità. Basta scendere una decina di metri per iniziare a vedere il fondale che scorre davanti agli occhi ad una velocità davvero poco rassicurante. Senza pinne non è certo il caso di scherzare con l’oceano.

(32 km in sella, nona e decima bucatura)



Quando non c’è spazio nel cassone si viaggia tranquillamente anche con il portellone aperto…


8-9 Agosto. Siamo ancora diretti a sud lungo la strada costiera della regione tra Surat Thani e Songkhla. Bellissime pedalate nelle campagne tra il mare e l’immenso lago Thale Sap.
Queste sono probabilmente le ultime due notti che passiamo ospiti dai monaci. Meteo permettendo, da sabato saremo in Malesia e i templi buddisti saranno quasi interamente sostituiti da moschee musulmane.

Ho quasi perso il conto dei frutti esotici scoperti in questo viaggio. Con quello di oggi abbiamo abbondantemente superato le venticinque nuove varietà. Si tratta di un cocco contenente tre gigantesche castagne dalla consistenza gelatinosa e dal gusto fresco e zuccherino… non saprei veramente come descriverlo meglio.

(64+67 km in sella)


Lago Thale Sap.

L’arzillo signore che è agilmente salito e sceso dalla palma (senza alcuna protezione) per farci assaggiare questa nuova varietà di cocco.


10 Agosto. Lo spazio sul passaporto è quasi terminato ma c’è ancora qualche angolino disponibile per uno degli ultimi timbri di questa avventura. È arrivato il momento di entrare in Malesia.

In serata vorremmo arrivare sull’isola di Langkawi e non sarà sufficiente una lunga pedalata a portarci per tempo fino alla nostra destinazione. Approfittiamo di un momento di pioggia per prendere un passaggio su un autocarro diretto al confine. Un camionista troppo scrupoloso e i suoi fissaggi troppo stretti ci regalano una bella sorpresa al momento di scaricare le bici per riprendere la pedalata: due raggi sono spezzati e la ruota posteriore della mia bici è seriamente deformata. Per ora si riesce a pedalare con il freno sganciato ma bisognerà risolvere il problema al più presto.

Nonostante la ruota sbilenca, arriviamo al molo per l’imbarco in tempo per saltare sull’ultimo battello diretto all’arcipelago.

(96 km in sella)

Diretti verso l’arcipelago di Langkawi.


11-12 Agosto. Due giorni sull’isola di Langkawi tra bianche spiagge, grandi varani e dispettosissime scimmie.
Domenica sera: siamo pronti per campeggiare nel selvaggio nord dell’isola, ma una banda di babbuini che scorrazza sulla spiaggia ci costringe a rimandare i preparativi per la cena fino al tramonto. Appena calato il sole, un muro d’acqua spegne il timido fuoco avviato a fatica tra legna umida, vecchi scontrini e un goccio di benzina. Lo scroscio dura solo pochi minuti ma è sufficiente a mandare a monte i nostri piani e a farci cercare una sistemazione di fortuna sotto l’unica minuscola tettoia disponibile.

(65 km + 26 km in sella)


La spiaggia delle scimmie la mattina dopo la tempesta.


Non abbiamo ancora scoperto il nome di questo puzzolentissimo frutto. Nonostante il forte odore di zolfo, il sapore è molto buono.
 

Pronti per una scorpacciata di rambutan appena raccolti da uno dei numerosissimi alberi da frutto dell’isola.


Alta marea.

Abitanti notturni delle belle spiagge dell’isola.


13 Agosto. Un’ora di traghetto e siamo di nuovo sulla terra ferma a pedalare verso sud. Nel pomeriggio troviamo un passaggio su un preistorico camion Mercedes con abitacolo in legno, due catenelle al posto delle portiere, una comodissima asse scheggiata come sedile e un’altra come schienale: cabina da prima classe!
In serata arriviamo a Georgetown: città multietnica famosa per la forte integrazione tra le comunità cinese, indiana e malese che abitano nel centro storico. In Malesia è opinione comune che questo miscuglio di culture abbia dato vita ad una delle cucine più buone del paese. Pare addirittura che in molti vengano fin qui dalla capitale per gustarne gli ottimi piatti.

(70 km in sella)


14 Agosto. Visita della città in mattinata e pomeriggio in officina per varie riparazioni (tra cui sostituzione di un cerchio e riraggiatura completa di una ruota).
La notte siamo nuovamente sulla costa, solo pochi chilometri più vicini alla nostra meta finale.

(22 km in sella, con le 4 bucature di oggi arriviamo alla quattordicesima)


Le vie del centro di Georgetown, tra il quartiere coloniale e chinatown.
 

Georgetown: il bravissimo ciclista che ci ha rimesso in sesto le biciclette.


15 Agosto. In serata decidiamo di puntare su Kuala Lumpur e ci appostiamo al casello per cercare uno strappo per la capitale. Accosta un giovane camionista e ci avvisa che però, prima di partire, deve passare al cementificio per fare il carico. Noi non siamo di fretta e accettiamo il passaggio di buon grado. Chiacchierando in coda davanti alla fabbrica scopriamo che è solo ventunenne e non ancora patentato! Ci racconta che quando viene fermato dalla polizia è sufficiente una piccola mancia per risolvere il problema.
Dopo più di quattro ore di attesa, riusciamo finalmente a caricare le quaranta tonnellate di cemento e a metterci in marcia ma, neanche mezz’ora più tardi siamo di nuovo fermi. Alla radio un altro camionista lo ha avvisato di un posto di blocco della polizia e lui non può certo rischiare di essere controllato. Finiamo per trascorrere la notte in branda nella cabina del camion e arrivare a destinazione solo la mattina successiva.

(68 km in sella)


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